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28/06/2024 11:33:00

"Venti secondi di silenzio", Anselmi: "Una sentenza che riporta indietro la giustizia sulle violenze sessuali"

 L’avvocatessa Roberta Anselmi, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Marsala, interviene sulla sentenza della Corte d’appello di Milano che ha assolto un uomo dall’accusa di violenza sessuale perché la vittima non reagì per venti secondi.

“Con questa sentenza – afferma la Anselmi - sembra di fare un tuffo nel passato, rimanendo miopi rispetto ai progressi fatti in punto dalla giurisprudenza di merito e di legittimità negli ultimi decenni sul tema dell’abuso sessuale, che considera reato ogni atto sessuale compiuto senza il consenso esplicito. Se non dici nulla per 20 secondi non è violenza sessuale, cos’è il consenso? Come presidente della Commissione alle pari opportunità e come avvocata di un Centro antiviolenza che ogni giorno si misura con queste problematiche, mi sento di esprimere tutta la mia solidarietà alla hostess coinvolta in questa squallida vicenda. Premetto che il mio giudizio muove dalla mera lettura di quanto riportato nelle testate giornalistiche nazionali, non avendo letto la sentenza di primo grado ed in attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza di secondo grado della Corte d’appello di Milano".

"Se è vero che i magistrati hanno scritto che “se non dici nulla per 20 secondi, non è violenza sessuale”, ritenendo questi 20 secondi di passività della donna un elemento che non costituisce prova sufficiente di manifestazione di dissenso, allora siamo ancora una volta di fronte ad uno spaccato di vittimizzazione secondaria e ad un provvedimento intriso di pregiudizi e stereotipi maschilisti che nascono proprio dalla mancata formazione anche delle istituzioni giudiziarie su un fenomeno sempre più sistemico e trasversale e che è insito nel dislivello di potere tra uomo e donna. Da giurista – conclude Roberta Anselmi - aggiungo che questa fattispecie di reato necessita di un restyling e soprattutto corre la necessità che il nostro legislatore si conformi ai principi cristallizzati dalla Convenzione di Istanbul, secondo cui il reato sessuale è qualsiasi atto compiuto senza il consenso della donna il cui dissenso è sempre presunto”.