La traversata nel deserto delle donne nella politica italiana. La prima ad affrontare la passeggiata è stata la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Idee chiare già da allieva dalla scuola media superiore, infatti diviene presidente d'Azione Studentesca, movimento italiano delle scuole superiori legato all'area dell'estrema destra italiana. Dopo un la svolta di Fiuggi nel 1995, lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano- Destra Nazionale e alla nascita di Alleanza Nazionale -AN-, s'affilia alla nascente organizzazione. Nel 2006 diventa deputata e vicepresidente della camera. Nel 2008 governo Berlusconi è nominata ministro per le politiche giovanili, aderendo al nuovo partito il PdL nato dalla fusione di Forza Italiana e AN. Dopo la dipartita di Fini -presidente AN- con la famigerata provocazione rivolta al cavaliere "che fai mi cacci", detto-fatto, nel 2012 per non essere fagocitata dal Caimano fonda Fratelli d'Italia -FdI- insieme a La Russa e Crosetto con ritorno alle origini reazionarie. La scelta è stata premiata con arrivo a Palazzo Chigi ma la Meloni ambiva già dal 2019 alla consacrazione europea infatti a Strasburgo s'iscrisse al Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
Da Presidente del Consiglio dei ministri è sorvegliata speciale e il suo auspicio che a legislatura italiana terminata, la marcia del Sahara la faccia entrare a pieno nel Gotha della politica mondiale, nonostante una classe dirigente che lascia a desiderare. L'ennesimo melodramma nel Partito Democratico ha condotto alla guida del Nazareno Elly Schlein nel 2023, il tragitto per la svizzera, è nata a Lugano, madre italiana, papà statunitense, eurodeputata dal 2014, ha un tragitto molto tortuoso perché deve restituire al partito l'identità di sinistra, semmai l'avesse avuta, che chiede giustizia sociale, ossia redistribuzione della ricchezza, sanità e scuola pubblica, previdenza sociale, il diritto al lavoro e il governo del capitalismo tradizionale e finanziario, emersa dalla volontà della base che l'ha preferita al candidato dell'establishment Bonaccini.
A condizione che non si faccia irretire dall'oasi dei successi elettorali in Sardegna e nei capoluoghi di regione: Bari, Firenze Campobasso, Perugia e Potenza. Dopo la débâcle alle europee si vocifera di Virginia Raggi, gradita al garante del movimento Beppe Grillo per la sostituzione del presidente Giuseppe Conte, se dovesse accadere per lo scavalcamento del Gobi ci vorranno nuove fonti di approvvigionamento dei consensi. Le tre donne sanno benissimo che in politica 40 mesi sono un'era geologica nel bene e nel male, buon viaggio...
Vittorio Alfieri