Per l'autonomia differenziata l'unica strada è il referendum
Referendum. È uno strumento di democrazia diretta, in cui il corpo elettorale è chiamato a decidere su degli argomenti. Probabilmente si utilizzerà l'istituto per abolire la legge,ordinaria, approvata recentemente sull'autonomia differenziata ricorrendo a quello abrogativo che all'articolo 75 della costituzione stabilisce:"E` indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio , di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali .
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi".
Un altro referendum è di tipo costituzionale, che potrebbe tenersi sul premierato contemplato dall'articolo 138:"Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti".
Esistono poi quelli consultivi o di indirizzo: per sentire il parere popolare di una determinata questione politica -mera richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva-. La costituzione italiana non lo prevede espressamente, quindi per indirlo è necessaria una legge di integrazione costituzionale, come avvenne in un'unica circostanza per il referendum del 1989 per la trasformazione della CEE in Unione Europea -legge costituzionale 3 aprile 1989, n. 2- votata all'unanimità da entrambe le camere. L'esito del ricorso per abolire l'autonomia differenziata ha al marzo del c.a. questi numeri le 8 regioni del sud abitanti 20.015.000, le 12 del centronord 39.275.000 anime. Gli aventi diritti al voto alle europee giugno 2024 erano 49.552.399 -fonte ministero dell'interno. Intanto Calderoli ministro proponente della legge si è giocato l'asso nella manica,ossia:"La Camera, nella mattina del 19 giugno 2024, ha approvato in via definitiva il disegno di legge d'iniziativa governativa, collegato alla manovra di finanza pubblica, sull'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario". Quindi dovrà essere la Corte costituzionale a decidere se il referendum è ammissibile. Se verrà ammesso sarà difficile abrogarla. Ma una parte considerevole degli elettori ha dimostrato di avere una coscienza fluida, ma l'argomento essendo economico è molto sentito. Fermo restando che la norma prevede i Livelli Essenziali delle Prestazioni .Nel marzo del 2023 il governo ha nominato un "comitato tecnico scientifico" composto da 61 esperti di diritto e di economia, a cui ha affidato, in coordinamento con altre commissioni tecniche e altri uffici ministeriali, lo stesso compito: avviare un’indagine propedeutica per arrivare a definire i LEP.
Dopo oltre sei mesi dalla sua nomina, il comitato ha pubblicato un primo rapporto in cui traccia le linee generali del lavoro che ha avviato. Il giurista ed ex ministro Sabino Cassese, che ne è il presidente, nella prefazione a questo documento ha spiegato le grosse difficoltà relative all’individuazione dei LEP. La via del Referendum è sicuramente preferibile, ma comunque sull'autonomia differenziata esiste un paracadute, unitamente all'articolo 119 della costituzione che stalattiti:"La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante". Mutuando il maestro elementare napoletano Marcello D'Orta, "Io speriamo che me la cavo".
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