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11/06/2024 06:00:00

Sicilia, Forza Italia al centro. Bocciati Bartolo e Barbara. E a Marsala ... 

 Il dopo voto è quello delle analisi, partiamo dai partiti più piccoli, quelli che in Italia non hanno superato il 4% e che in Sicilia sono rimasti incastrati nella soglia del 2%.

La vera sconfitta porta il nome di Stati Uniti d’Europa, la lista di scopo ha dimostrato che il voto siciliano è tutto di Italia Viva, le altre sigle portano poca cosa in dote. A trascinare la lista è Matteo Renzi che in Sicilia totalizza 15.747 voti, senza questo sprint il 2.6% totalizzato non sarebbe stato raggiunto. Si apre una riflessione importante sulla penetrazione del partito nel tessuto sociale, dell’impegno della classe dirigente o del disimpegno e chiedersi il perché.

Va male anche Azione, il partito di Carlo Calenda, non ci sono grandi voti da raccontare ma quei pochi che sono arrivati sono sì di partito ma con poca prospettiva, Calenda si assesta sui 7968, Elena Bonetti, già Ministra, arriva appena a 1200 voti. Il totale in percentuale è di solo 1.48%. La corsa di Renzi e di Calenda viene stoppata dallo sbarramento. Il grande sconfitto è pure il PSI di Nino Oddo, la residualità dei consensi rende irrilevante il percorso fatto e forse pure quello futuro.

In Sicilia quel centro di cui tutti parlano, a cui tutti fanno riferimento cercando di costruire una nuova casa, non esiste. I moderati hanno già una casa e si chiama Forza Italia, lì sono arrivati i voti di Totò Cuffaro e Saverio Romano misurandosi su Massimo Dell’Utri, nello specifico a Mazara i cuffariani hanno poi virato su Tamajo.

Non benissimo in provincia di Trapani l’MPA che ha sostenuto la candidata azzurra Caterina Chinnici, che in Parlamento Europeo potrebbe arrivare se Tamajo deciderà di restare alla guida del suo assessorato regionale.

Il voto di Tamajio è strutturato in quasi tutte le città della provincia di Trapani, tributo importante di consensi a Salemi. Il primo della lista in tutta la provincia però è Marco Falcone, a Marsala va oltre i 1200 voti, a Santa Ninfa prende 423 mentre per Tamajo ci sono stati 36 voti.

Si sono impegnati in tanti, a funerali terminati di Silvio Berlusconi, a dire che FI era pronta a chiudere, il partito invece è stato rilanciato a livello nazionale da Antonio Tajani, portandolo oltre il 10% e in Sicilia dal 15 si è passati al 20%, un rafforzamento che pesa sugli equilibri dei centristi. Elezioni che rafforzano sia il governo nazionale che quello regionale.

La lista Alleanza Verdi Sinistra in Sicilia fa una buona affermazione, va oltre il 6%, in provincia di Trapani l’assessore Lele Barbara fa una magra figura, disinteressato sia alla campagna elettorale che pure al suo risultato, rapito dai risultati del basket, adesso per lui non si aprono le porte di Bruxelles.

Il centrodestra si consolida, il centrosinistra arranca.

Il Partito Democratico in Sicilia fa una degna affermazione, nessun vantaggio per Pietro Bartolo che viene bocciato alle urne, subito dopo la prima degli eletti, Elly Schlein, c’è Peppino Lupo, sarà lui ad andare in Europa. Come tengono i territori? In provincia di Trapani sconfitti chi sosteneva le ragioni del voto a Antonio Nicita, avanti di molto Bartolo ma voti non sufficienti a fargli ottenere la riconferma.

Se da una parte Giorgia Meloni ha vinto Elly Schlein non ha perso, anzi ha rosicchiato consenso ovunque, ha portato il partito a una buona affermazione elettorale, che significa per i dem ridare lancio e linea per nuove battaglie.

Difficile potere dire che Mimmo Turano non ha tenuto botta, almeno numericamente, ma questa competizione era difficile da affrontare all’interno di un partito che ha stritolato Turano con la candidatura di Roberto Vannacci, estremizzando il campo. Turano acciuffa quasi 20 mila preferenze, non sufficienti ma necessarie per essere a credito con Matteo Salvini, l’attuale assessore regionale si accredita per il passo successivo, prossime nazionali.

La lista Libertà di Cateno De Luca porta la vera sorpresa in provincia di Trapani: Giulia Ferro. Nella sua Mazara va oltre i 5mila voti, malino nelle altre città e in Sicilia orientale, ma il totale è circa 10mila voti, poco male per chi affronta una competizione non facile e con una lista che comunque era nuova e aveva dentro troppi simboli. Un test elettorale per De Luca prima delle prossime regionali.

Non si è pesato il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, scrivere o invitare a votare Giorgia è stato troppo semplice. Si è pesato invece il gruppo di Stefano Pellegrino ed Enzo Sturiano che hanno sbancato a Marsala: Falcone 1264 preferenze, Tamajo 553.