Tabula rasa. La locuzione è l'espressione appropriata che racchiude la seduta fiume del Consiglio comunale di Marsala, che ha riguardato la mozione di sfiducia al sindaco. Fin da subito è stata cancellata la credibilità del gruppo dell'MPA, allorquando è stato chiesto il rinvio del dibattimento a dopo l'elezioni europee, evidentemente la forza voleva pensare il suo apportato elettorale e agire di conseguenza, d'altronde i tre componenti, Ferrandelli, Accardi e Vinci sanno fiutare i momenti politici.
Poi è la volta di Giacalone che non risparmia il sindaco in relazione anche ai rapporti personali, e sono questi che emergeranno con imponenza nella seduta e su cui ci si soffermerà, con Paolo Ruggieri deus ex machina del movimento e amico, fino a quando è stato utile, ma il J'accuse è forte, rammentando anche l'addio dell'altra vicesindaco la Piraino: "lei è geloso e invidioso dei suoi assessori perché si confrontavano e hanno creato empatia e sinergia con i componenti di quest'aula".
Coppola nell'esternare la delusione ricorda che inizialmente del progetto alternativo a Di Girolamo ha interloquito anche Fici. Di Pietra asserisce che lui si è candidato per dare un contributo alla città e non fare il pigia bottone, si aggiunge che ciò ha una valenza umana perchè si reputa l'uomo privo della libertà di pensiero. Poi si consumano i drammi individuali con gli ex consiglieri di Liberi del primo cittadino, Cavasino e Milazzo fedeli fino alla fine nonostante i mal di pancia sulle dimissioni della Piraino, emanazione dello stesso Grillo, per sua stessa ammissione.
Ebbene i due nonostante la defezione dell'MPA si erano astenuti, il loro voto contrario sarebbe stato ininfluente e avrebbe ricevuto l'apprezzamento di grande parte dell'urbe. Ma il sindaco incassata la fiducia in termini di legge ribadisce che la mozione fosse frutto di una manovra elettorale per destituirlo e le delusioni manifestate erano dovute alle aspettative dei gruppi politici e si rivolge a Cavasino affermando che il tourbillon degli assessori è dovuto agli equilibri interni dei partiti-movimenti, che ha avuto formalizzato la proposta: "Piraino vicesindaco, Vito Milazzo assessore", che i due "hanno agito per sentito dire" e che ciò "rimanga agli atti", perché "il mio obiettivo è il bene della città, non tornaconti elettorali", a Di Pietra "bisogna essere onesti e non fare demagogia" , conclude "non ho lavorato per la mia campagna elettorale ma solo per la città".
Cavasino è chiaro "il sindaco dimostra coraggio dopo la votazione e dice bugie e non vado oltre per garbo istituzionale[...], nonvoglio essere additato come complottista, traditore, bugiardo e ingrato". Milazzo:" Ho rifiutato due volte proposte allettanti, è il sindaco delle menzogne, può dire ciò che vuole, non è più credibile". Alla fine della seduta tabula rasa tra di loro, macerie per Marsala.
Vittorio Alfieri