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04/06/2024 08:01:00

Accusato di diffamazione ad un carabiniere. Assolto un uomo di Salemi

Un 46enne salemitano (A.D.D.), difeso dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta, è stato assolto per “mancanza di condizione di procedibilità” dall’accusa di diffamazione a mezzo Facebook ai danni di un carabiniere. La vicenda, sin dal 2020, è piuttosto complicata e densa di colpi di scena.

A.D.D. ha spiegato che il carabiniere era lo stesso che il 17 gennaio 2020 avrebbe cercato di interrompere la sua “azione dimostrativa” all’interno della profumeria di piazza Libertà, a Salemi, dove lo stesso cercava di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine e degli uffici comunali competenti, che, a suo dire, fino a quel momento avrebbero ignorato quanto da lui sostenuto. E cioè che quella profumeria aperta nei locali della madre, senza il consenso della stessa, era abusiva.

Cercava, infatti, di attirare l’attenzione delle istituzioni, dato che fino a quel momento non era stato facile per lui presentare le dovute denunce, sia alle autorità competenti sia presso gli uffici comunali addetti a questo tipo di controlli. Per questo, si recò presso i locali di piazza Libertà, adibiti, a suo dire, abusivamente a profumeria, e chiamò le forze dell’ordine, dicendo che aveva con se della benzina. Dopo l’intervento, le forze dell’ordine “furono costrette – dice A.D.D. - a constatare l’illecito commesso dal gestore dell’attività, e così l’attività venne chiusa”. Il gestore della profumeria, continua A.D.D., “era di fatto un carabiniere la cui moglie all’epoca era vicepresidente del consiglio comunale di Salemi”.

Adesso, pare che la situazione si sia capovolta. A.D.D., infatti, ha querelato il titolare del contratto di locazione, il vecchio gestore della profumeria, il quale, continua il 46enne salemitano, all’insaputa della proprietaria avrebbe venduto l’attività a nuovi gestori ignari di tutto, i quali avrebbero anche inaugurato l’attività dando inizio alla cerimonia con il classico taglio del nastro rosso ad opera del vicesindaco di Salemi. I nuovi gestori sarebbero stati anche all'oscuro del debito dovuto dai canoni di locazione pregressi e non pagati alla proprietaria. Sempre da quanto riferito da A.D.D., sembra che non sia stato il debito ad aver spinto la locatrice a querelare l'inquilino moroso, ma la negazione dello stesso, e soprattutto i modi usati, modi definiti “poco gentili e minacciosi”, e che per questo hanno portato la locatrice a sporgere querela.

Per questo, sarebbe stato avviato un procedimento penale a carico del titolare del contratto di locazione, un procedimento che lo vede imputato per truffa, truffa ai danni della proprietaria, nonché per minacce ed occupazione abusiva. In un altro procedimento, poi, relativo ai fatti della profumeria in cui A.D.D. era indagato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e vi fu
un altro colpo di scena.

La querela era stata rimessa, ma nessuno l’avrebbe avvertito. Ciò si scoprì dopo due anni di processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Marsala, con conseguente sentenza di non luogo a procedere e trasmissione degli atti in Procura per indagare su eventuali omissioni da parte del personale in servizio presso la caserma dei carabinieri di Salemi.

Intanto, dopo l’assoluzione dall’accusa di diffamazione al carabiniere, A.D.D. si dice “soddisfatto della dimostrata estraneità ai fatti”, ma aggiunge di essere “comunque molto amareggiato” per “essere stato costretto a compiere questo gesto estremo per far valere i propri diritti”. “Le istituzioni – conclude - dovrebbero servire per ascoltare le esigenze del cittadino e agevolarne la vita
quotidiana e non cercare di proteggere chi opera all’interno delle stesse”.