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03/06/2024 10:25:00

Marsala: la democrazia partecipata, il Piano Paesaggistico e gli interessi dei privati...

 Democrazia partecipata. È un modello di procedura politica che punta all’inclusione, alla collaborazione e a un rapporto trasparente fra istituzioni e società civile. L’idea è quella di attribuire alla cittadinanza una diretta responsabilità nell’esercizio - anche parziale - del potere pubblico nelle sue varie forme: assumere decisioni, fare proposte, gestire un bene pubblico, organizzare un servizio o monitorare e valutare l’attuazione di politiche pubbliche.

A Marsala con Avviso Pubblico per le osservazioni di privati al piano paesaggistico della città c'è stato questo esercizio. Torna utile la sua definizione: "Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni", fonte Consiglio d'Europa. Si aggiunge che dopo traversie giudiziarie, con sentenza n. 248 del 18.3.2019 il Consiglio di Giustizia ha stabilito anche che: "In vista quindi della successiva fase di approvazione del Piano eventuali osservazioni potranno essere rappresentate all'esame della Speciale commissione presso l'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, organo che ha già valutato e poi recepito molte delle richieste provenienti dai Comuni coinvolti". Ma il consiglio comunale, organo sovrano sulla materia ha accolto la relazione del dirigente del settore ing. Mezzapelle: "Osservazione al Piano Paesaggistico Ambito 2 - Area della pianura costiera occidentale. Ambito 3 - Aree delle colline del trapanese", ma non l'allegato B a corredo contenente le 50 notazioni pervenute e le ha cassate, tranne quelle di Sicindustria Trapani e Ordine Architetti PP. PP. e CC. di Trapani, con la motivazione di aver accolto quelli di categorie con interessi più diffusi e non di singoli privati.

Ebbene non risulta che le due associazioni siano enti pubblici, la ratio è sempre di non tutelare interessi privati, che comunque saranno vagliati dall'Osservatorio regionale, ma risulta evidente la preferenza di poteri forti anche se solo provinciali. Tutti si dichiarano 'liberali', ma nel momento di manifestarlo hanno deciso diversamente, con buona pace di Locke, Hume e Mill. Inoltre è mortificante che uno strumento fondamentale per l'urbe, propedeutico al Piano Urbanistico Generale sia stato dibattuto e votato solo da 10 consiglieri: Sturiano, Vito Milazzo, Cavasino, Fernandez, Titone, Di Pietra, Ferrantelli, Fici, Vinci e Accardi, In otto hanno abbandonato l'aula: Eleonora Milazzo, Giacalone, Genna, Pugliese, Carnese, Coppola, Alagna e Martinico, lecito ma pilatesco. Gli altri sei erano assenti giustificati.

Vittorio Alfieri