Mentre procedono i lavori di ammodernamento di un tratto della linea ferroviaria Palermo-Trapani, non sono ancora iniziati i lavori del sottopasso di Trapani. L’avvio del cantiere è atteso entro e non oltre giugno, considerato che il ritardo è già di tre mesi sulla tabella di marcia dettata dal ripristino dei treni tassativo per settembre.
L’ostacolo sembrerebbe da imputare ad un contenzioso tra la ditta appaltatrice e Rfi, davanti al quale il Comune si dice spettatore e, ad oggi, ancora in attesa del progetto esecutivo non ancora depositato. Un progetto nato male, visto i continui ostacoli e le battute di arresto a cui è costretto di volta in volta. Non in ultimo, la rilevazione nel terreno di scavo di rocce del sottofondo, che sembravano dover essere equiparate a rifiuti speciali.
Una storia complicata, dunque, quella del sottopasso di Trapani.
Nato per unire le due zone della città divise dalle rotaie della ferrovia e collegate solo dal passaggio al livello, ha da un lato via Marsala, strada che convoglia il traffico pesante e civile dalla città verso l’autostrada, e dall’altro via Virgilio, dove transita il traffico dal porto verso la zona industriale.
L’ “opera della discordia” in città ha suscitato polemiche mai sopite, in particolare da parte dei residenti delle vie Marsala e Vespri contrari alla realizzazione perché temono per la staticità dei loro immobili. A loro hanno fatto eco diverse associazioni ambientaliste. Tra queste Amici della Terra, intervenuta per la tutela delle saline, bene culturale e di interesse storico. L’opera da 12 milioni di euro interessa una parte delle saline, oggi in parte interrate, e in particolare la salina Collegio, ossia quella più a Nord che lambisce la linea ferrata. Le proteste poi si sono tradotte in raccolta firme per scongiurare il percolo che la città continui a consumare suolo.
Il sottopasso sorge, infatti, proprio laddove il piano regolatore prevedeva una area verde. Poco distante c’è l’Rsa sorta in una zona destinata dal Piano Regolatore Generale del Comune di Trapani a “spazi pubblici a verde”. Almeno fino a marzo del 2019, quando il Consiglio comunale approva la variante per far partire i lavori, nonostante alcuni consiglieri di opposizione abbiano sollevato dubbi e perplessità, legate anche al costruendo sottopasso.
Francesca Trapani, oggi coordinatrice del M5s, all’epoca consigliera, aveva evidenziato come il rischio fosse che quell’area non riuscisse più a drenare la pioggia, riversandola su via Virgilio. “Era un’area vocata naturalmente a diventare parco urbano, sta diventando l’ennesimo monumento al cemento”. La mancanza di terreni che assorbono le piogge, infatti, comporta allagamenti come già accaduto nel 2022 con un’alluvione che a Trapani provocò danni per oltre 2 milioni di euro.