"Rieccolo" era il soprannome che la stampa parlamentare, su imbeccata di Indro Montanelli, aveva dato al mitico Amintore Fanfani, cavallo di razza della Dc della prima Repubblica. "Rieccolo" è il soprannome che potremmo dare anche Girolamo Turano, detto Mimmo, che tutti i periodi della politica trapanese e regionale ha cavalcato, rimanendo sempre a galla, di più, trovando sempre l'onda giusta per rispuntare, da qualche parte, anche dove meno te l'aspetti.
Classe 1965, Ex quarantenne rottamatore della Dc, poi ultimo presidente della provincia di Trapani commissariata ormai dal 2012, poi ancora deputato regionale, ed infine assessore regionale in quota Lega. Prima alle attività produttive (assessorato con il quale, come diceva Antonello Montante "si può fare la terza guerra mondiale") e adesso all'Istruzione e soprattutto alla Formazione, settore che un tempo era copiosa mammella di consensi e clientele e che invece in queste ultime settimane gli sta procurando qualche grana, rallentando un po' la sua corsa alle Europee.
Corsa che avviene nella Lega di Salvini, dove il deputato di Alcamo ha trovato casa, chissà per quanto. Conoscendolo, scenderà dal treno della Lega prima che si vada a schiantare, giusto in tempo per rinnovarsi e ricominciare.
Intanto c'è questa campagna elettorale strana, cominciata sotto i migliori auspici: effettivamente, della piccola e bizzarra pattuglia di candidati locali, Turano è quello che ha più possibilità di farcela, se la gioca, in pratica con l'ex Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli. Ma, in pratica si deve misurare con alcuni eventi imprevisti: prima, l'indagine che ha azzoppato la Lega in Sicilia, con l'uomo trainante, Sammartino, che stava per chiudere l'accordo con la nuova Dc di Cuffaro, fermato ai box per un'indagine per corruzione elettorale.
E poi, Matteo Salvini, che sta portando allegramente la le Lega sempre più giù nei sondaggi, e ricorre a condoni dell'ultim'ora ed al personaggio del momento, Roberto Vannacci, per tentare di acciuffare una manciata di voti in più.
La domanda pertanto è non quanti voti prenderà la Lega, ma quanto, andando controcorrente - come ha sempre fatto - Mimmo Turano riuscirà a fermare il declino della Lega in Sicilia, tanto da fare scattare il seggio, magari arrivando primo. Spiegata così, la partita è difficilissima.
L'elezione a Bruxelles, per inciso, farebbe comodo a tanti. A lui, ovviamente, a chi lo sostiene, ma anche a chi, dalle parti della maggioranza, vorrebbe in qualche modo allontanarlo dalla stanza dei bottoni della Regione. E che c'è di meglio di un posto a Bruxelles? E poi, farebbe comodo ad Eleonora Lo Curto. L'ex deputata marsalese, infatti, prima dei non eletti alle ultime Regionali del 2022 sempre nella Lega di Salvini, da una miracolosa elezione di Turano ne trarrebbe il beneficio insperato di un ritorno all'Ars per un ultimo giro di giostra. Vota uno, prendi due.
C'è anche chi vuole che perda, e male, per soffiargli l'assessorato, nel grande rimpasto che si annuncia dopo il voto di Gugno nella maggioranza di centrodestra. Turano, è tranquillo. In caso di sconfitta, sa già come rinascere un'altra volta. E' stato l'ultimo presidente della provincia, vuoi vedere che più di dieci anni dopo, sarà il primo presidente del nuovo Libero Consorzio?
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"Gli europeisti" è una serie di articoli di Tp24 dedicati ai ritratti dei principali candidati del territorio alle prossime Elezioni Europee di Giugno.