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19/05/2024 06:00:00

Salemi, Domenico Venuti: "Lascio una città migliore e parecchi progetti in eredità"

 Domenico Venuti, sindaco di Salemi ancora per qualche giorno. Dieci anni impegnativi, che città lascia?

Certamente una città migliore. Ho trovato una città che veniva da una confusione amministrativa notevole. Vi era un commissario prefettizio nominato dal ministero dell’Interno dopo lo scioglimento. La città aveva sforato il patto di stabilità seppur per poco. I primi due anni devo dire sono stati davvero difficili. Abbiamo portato avanti un lavoro con determinazione e pazienza insieme a tutta la squadra. Dal 2017/18 in poi le cose sono iniziate a cambiare e siamo arrivati alla rielezione del 2019.

E’ il sindaco più giovane di Salemi?

Credo di si, almeno di quelli eletti direttamente e l’unico ad essere stati rieletto. Oggi Salemi passa da 0 a due asili nido, da 0 a due assistenti sociali. Abbiamo speso solo in questi ultimi cinque anni trenta milioni in opere pubbliche e molti sono in itinere. Io non ho ereditato nessun progetto finanziato, ne lascio parecchi a chi arriverà.

Come sono le casse comunali?

Le casse sono abbastanza solide abbiamo una cassa importante attorno ai dieci milioni, abbiamo un avanzo di amministrazione seppur ridotto per un accantonamento dovuto a lacci e lacciuoli che stanno mettendo in crisi i comuni del Sud Italia e nonostante ciò approveremo il rendiconto e devo dire, lo anticipo a voi, chiuderemo con la presa d’atto dello schema del Piano Regolatore Generale. Salemi non ha mai avuto un PRG, sarà il prossimo consiglio ad occuparsene ma stiamo predisponendo tutti gli atti per lasciare questo al nuovo consiglio comunale. Abbiamo realizzato i percorsi culturali e i borghi più belli d’Italia.

Sui percorsi culturali ci sono alcuni detrattori. Ma sotto l’aspetto culturale è evidente che ha lavorato bene.

C’è stato un impegno percepito, poi che questo abbia risolto tutti i problemi o che debba piacere a tutti è impossibile. Abbiamo lavorato a percorsi culturali e turistici importanti. Abbiamo venduto una decina di case ad un euro e altre se ne stanno vendendo. Siamo stati per nove puntate sulla BBC e questo ci consentito una visibilità internazionale ed è stato inaugurato da poco un centro per ceramica internazionale con pacchetti turistici dall’America e dall’Australia. Abbiamo aperto le porte di Salemi al mondo con atti concreti. Il premio Tony Scott è un esempio, da anni ci ha permesso di premiare diversi personaggi della cultura. C’è l’impegno quotidiano con una visione, che è quella di utilizzare il centro, la storia e la cultura di Salemi come un volano importante.

Che patrimonio verde lascia alla città? Quali azioni sono state fatte?

Il patrimonio verde è stato rimpinguato, sono state messe delle siepi di oleandri, sistemato l’ingresso della città con delle piante e abbiamo in corso un progetto di riforestazione di un’area dove vi erano le baracche del post terremoto e stiamo cercando di rifinanziarlo. Abbiamo cercato di fare sul verde delle azioni che hanno portato dei benefici ma bisogna continuare.

L’impegno per l’ospedale è stato un po’ pochino?

Dipende dai punti di vista. Partiamo dal presupposto che non sono i comuni ad occuparsi di sanità. Siamo intervenuti tutte le volte che c’erano dei disservizi. Penso al fatto di aver riportato la chirurgia dopo anni con l’ambulatorio chiuso dopo il Covid. Sono stato una spina nel fianco e ho contribuito a poter risolvere alcune cose. Il problema della sanità è un problema serio e che riguarda tutto il Paese. Ricordo che noi siamo commissariati.

Venuti gli anni della pandemia come sono stati?

Certamente anni straordinari. Salemi si è distinta per essere stata la prima zona rossa in Sicilia.

Lei si è opposto al Covid Hospital.

Esatto, io ho alzato i toni quando ho capito che si giocava a scarica barile e si rischiava di chiudere strutture importanti come l’hospice, una struttura che accompagna le persone al fine vita. Era assurdo farlo quando c’erano altre possibilità. I posti per il Covid ci sono stati dati ma non a scapito di altre persone già ammalate.

Venuti, il terzo mandato non c’è stato, e se ci fosse stato?

Se ci fosse stato ci avrei riflettuto, anche se in cuor mio pensavo che non si sarebbe arrivati al terzo mandato.

Lorenzo Cascio presidente del consiglio comunale ma anche altre persone della sua maggioranza hanno detto che se ci fosse stato il terzo mandato, il candidato sarebbe stato lei. Questo significa che c’è una presa umana oltre a quella politica.

Nonostante le apparenze io ho tenuto i rapporti politici e personali ma anche con la città, anche se mi si accusava di essere stato assente. Ho spiegato che spesso era a Roma, Palermo e anche oltre per cercare di ampliare i contatti e le opportunità per la città. Era difficile trovarmi quotidianamente in giro ma io ho tenuto sempre i rapporti con le persone, le porte del Comune erano sempre aperte.

Perché avete fatto così poco per gli animali?

Perché poco, noi abbiamo un canile che per ora funziona. Paghiamo una ditta che accudisce i cani. Il canile che è sanitario ha circa 40 posti, come rifugio sanitario. Noi ci occupiamo di cani che stanno male, hanno avuto incidenti, e poi possono andare in adozione, non è un canile rifugio. Si poteva fare di più ma qualcosa è stato fatto. Abbiamo fatto molta microchippatura.

Le elezioni a Salemi, la lista è pronta?

Sì, lista pronta, è ufficiale.

Tre candidati sindaco, con Vito Scalisi che rappresenta la maggioranza uscente, possiamo dirlo?

Sì e con degli elementi di innovazione, abbiamo ampliato un po’ la maggioranza e ricambiato generazionalmente i vari gruppi.

Siete forti in questa campagna elettorale?

Abbiamo una buona base di partenza con una lista che tiene conto di questi dieci anni di amministrazione, specialmente gli ultimi cinque. Siamo pronti a fare una bella battaglia elettorale. Io credo che Vito Scalisi abbia tutte le caratteristiche per fare bene, per la sua esperienza e anche se ha qualche anno in più di me è una persona che rappresenta una certa freschezza, ha lavorato tanto per la nostra città. Io non sarò l’ombra del sindaco e del gruppo che ha tutte le carte in regola per camminare con i propri piedi. Io ci sono per la mia città, per gli amici che mi hanno sostenuto, cittadini e dirigenti politici che ringrazio.

Lei non è candidato e non è indicato assessore.

No, non sono candidato per lasciare più spazio, e non sono indicato assessore. Anche qui rappresenteremo all’interno della giunta, continuità, innovazione e qualche elemento esterno, magari un’imprenditrice del nostro territorio. Un segnale chiaro per dire ai nostri cittadini quello che è il nostro progetto. Lascio in eredità: stabilità, continuità nelle scelte che si fanno e determinazione nell’affrontare i problemi che ogni giorno sono enormi nell’amministrare. Per me servire la mia comunità è stata l’esperienza più importante e bella della mia vita.