L’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, con un propri provvedimento blocca l’operatività dei velivoli e delle ong nel Mare Mediterraneo centrale a causa del «fenomeno migratorio irregolare via mare proveniente dalle coste dell’Africa del nord».
«Chiunque effettua attività in ambito Search and Rescue al di fuori delle previsioni del quadro normativo vigente – si legge – è punito con le sanzioni di cui al Codice della navigazione, nonché con l’adozione di ulteriori misure sanzionatorie quali il fermo amministrativo dell’aeromobile».
«Vogliono impedire ai nostri aerei di testimoniare cosa succede nel Mediterraneo, ma noi non ci fermeremo». Così Sea Watch commenta le ordinanze dell’Enac che dispongono lo stop agli aerei delle ong sul Mediterraneo Centrale.
«Le ordinanze – si legge in una nota – hanno il chiaro scopo di fermare i nostri aerei da ricognizione, ovvero gli unici occhi della società civile nel Mediterraneo. Occhi fondamentali per documentare le quotidiane violazioni dei diritti umani che vi avvengono, comprese quelle perpetrate dalla cosiddetta guardia costiera libica attraverso le motovedette e le risorse generosamente elargite dal governo italiano».«Fermare gli aerei ong – continua Sea Watch – vuol dire rendere cieca la società civile e i cittadini italiani ed europei rispetto a quanto avviene nel Mediterraneo come risultato delle politiche migratorie dei loro governi. Un atto vigliacco e cinico di chi usa la criminalizzazione delle ong come strumento di propaganda politica in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. Non fermeremo le nostre operazioni anche a costo di mettere in pericolo i nostri aerei. Questo attacco che calpesta il diritto internazionale non ci impedirà di continuare a dare fastidio a chi vorrebbe che quanto avviene quotidianamente nel Mediterraneo rimanesse segreto e senza foto e video a documentarlo».