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06/05/2024 08:11:00

Omicidio-suicidio di Palermo, forse la gelosia alla base del gesto

La gelosia potrebbe essere alla base dell'omicidio-suicidio di Palermo. Laura Lupo, 62 anni, ispettore della polizia municipale, ha ucciso il marito, Pietro Delia, 66 anni, ex dipendente BNL, con la sua pistola d'ordinanza all'interno del loro appartamento in Via Notarbartolo 49. La donna, dopo aver esploso i colpi contro il marito, ha rivolto l'arma contro di sé, togliendosi la vita (ne abbiamo parlato qui).

La coppia, anche se uffcialmete serena, secondo alcune testimonianze di amici e colleghi in crisi da tempo e la donna da diverso tempo soffriva di gelosia nei confronti del marito. I colleghi di Laura Lupo, che la conoscevano da una vita, negli ultimi tempi avevano notato un cambiamento nel suo umore, descrivendola come "profondamente turbata per problemi personali".

Sparati sei colpi: secondo una possibile successione degli eventi, che però dovrà essere confermata dagli esiti delle autopsie, Laura Lupo avrebbe esploso contro il marito quattro colpi mortali che lo hanno raggiunto al torace e all’addome e poi avrebbe rivolto la pistola contro se stessa. Al primo tentativo si sarebbe solo ferita – da qui i segni sul collo – ma alla fine si sarebbe tolta la vita. Il movente potrebbe essere quello sentimentale, anche se nessuna pista è stata finora esclusa e le indagini si stanno muovendo su più direzioni.

La donna era in servizio da trent’anni nel corpo della polizia municipale: da qualche anno era stata distaccata agli uffici del giudice di pace in via Cavour, mentre la sorella, anche lei vigile urbano, lavora nella caserma di via Ugo La Malfa. Pietro Delia, invece, era un tifoso appassionato di calcio e della squadra del Palermo, faceva parte del consiglio d’amministrazione della Samot, l’associazione che si occupa delle cure palliative per i malati terminali, anche per via della sua amicizia con il fondatore Giorgio Trizzino.

Pietro Delia e la moglie avevano avuto un periodo di separazione alla fine del quale erano tornati assieme: chi li conosce parla di una coppia solida anche se, dopo moltissimi anni di convivenza, c’erano stati i momenti di difficoltà. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un simile epilogo anche se, a confermare quella che potrebbe essere la causa dell’omicidio-suicidio, ci sarebbero le dichiarazioni di alcuni amici e conoscenti che hanno descritto una situazione psicologica delicata da parte dell’ispettrice che avrebbe confidato a chi le era più vicino di essere angosciata per il momento particolare che stava attraversando nella relazione con il marito.

«Le ipotesi possono essere le più disparate - ha detto il comandante della polizia municipale Angelo Colucciello - però, per rispetto dei morti, è giusto fare lavorare chi di dovere. È una storia bruttissima che ci ha colto tutti di sorpresa. Nessuno poteva immaginare un dramma di questo tipo. La nostra collega era una persona caratterizzata da grande pacatezza e signorilità nel tratto e nel comportamento, un agente di grande professionalità e preparazione, irreprensibile».

L'amico della coppia - "Eravamo amici da tanto tempo, anche i nostri figli sono molto vicini. Per noi si tratta di una ferita veramente travolgente, drammatica". A parlare è il dottor Pier Nicola Garofalo, un amico di Laura Lupo e Pietro Delia

"La loro era una coppia solida, nel senso che, come tutte le coppie, dopo moltissima anni poteva capitare che ci fosse qualcosa, ma mai oltre qualche piccola schermaglia. Non c'era nient'altro. Ieri sera erano stati con amici fuori a cena, mentre noi ci siamo sentiti l'altro giorno e ci saremmo visti domani allo stadio", racconta Garofalo a Fanpage.

"Eravamo molto amici, andavamo a teatro anche insieme a mia moglie", aggiunge. Il 66enne e la 62enne erano padre e madre di "due figli, un ragazzo e una ragazza. – prosegue ancora il medico – Lei abita qui, nello stesso palazzo, ed è sposata; lui invece vive a Milano", ha raccontato ancora l'uomo.

 

 

 



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