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02/05/2024 10:00:00

Il Primo Maggio e i diritti negati

 Primo Maggio. La festa dei lavoratori ebbe origine con manifestazioni frequenti per l'affermazione dei diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale condotte negli Stati Uniti d'America. L'istanza principale fu l'istituzione delle otto ore lavorative. Nel 1866, fu approvata a Chicago, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, norma che entrò in vigore soltanto l'anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un'importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. La vicenda fu conosciuta anche in Europa, la Seconda internazionale diede vita alla festa e scelse la data del 1° maggio 1886 per rammentarlo. In occasione del 19° anniversario della prescrizione dell'Illinois, il primo maggio 1886 venne scelto come ultimo giorno per estendere la normativa in tutto il suolo americano. Gli operai erano pronti a tornare in piazza con uno sciopero generale a oltranza.

Durante le manifestazioni di Chicago la polizia, per reprimere le proteste dei manifestanti, sparò sulla folla, uccidendo due persone perché c'era la partecipazione di gruppi di anarchici. Durante il fascismo con l'ascesa al potere di Benito Mussolini, nel 1923 la festa viene abolita e sostituita con il giorno della nascita di Roma o Natale di Roma, il 21 aprile, data appunto della fondazione della capitale. Dal 1947 la festa del 1° maggio, Festa del lavoro e dei lavoratori, è diventata festa nazionale. E proprio in quella data avvenne la strage della Portella della Ginestra, nel comune di Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano, che sparò contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti. Sulla vicenda esistono diverse versioni, ricordando il titolo dell'Europeo al ritrovamento del cadavere del bandito: "Di sicuro c’è solo che è morto”, portandosi nella tomba i mandanti dell'eccidio. Tornando ai giorni nostri, ancora ci sono tre morti al giorno di lavoro, per il profitto, assenza dei controlli e della formazione.

Per tutelare i lavoratori, necessita quantomeno ridurre le cause citate, aggiungendo il salario minimo garantito. Per chi non ce l'ha un'occupazione, bisogna formarli in relazione all'esigenze del mercato, garantendogli tutti i diritti ad iniziare proprio dal salario minimo garantito, abolendo i Contratti Collettivi Nazionali al di sotto dei nove euro all'ora lordi. Sarebbe l'inizio per festeggiare con cognizione di causa il Primo Maggio.



L'Alfiere | 2024-07-10 17:15:00
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