Il Tribunale di Marsala ha deciso una stretta sulle amministrazioni di sostegno. E in particolare sul dovere degli amministratori di redigere e presentare il rendiconto delle spese sostenute per l’amministrato.
L’amministratore di sostegno è una figura istituita dallo Stato con legge per quelle persone che, per infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.
Gli anziani e i disabili, ma anche i minorenni, i tossicodipendenti, gli alcolisti, le persone detenute, i malati terminali possono ottenere, anche in previsione di una propria eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona, di solito un parente stretto (figli, coniugi, etc.) che abbia cura della loro persona e del loro patrimonio economico.
Un compito delicato, dunque, quello dell’amministratore di sostegno, che deve amministrare oculatamente il denaro e i beni dell’amministrato, che non è in grado di provvedere da sé.
E ovviamente non deve appropriarsi del denaro e degli altri beni dell’amministrato. E per questo, la legge prevede che l’amministratore deve annualmente redigere e presentare al giudice il rendiconto di tutte le spese effettuate per l’amministrato. Naturalmente con tutte le “pezze d’appoggio”.
E pare che non sempre tutti siano, o siano stati, così celeri. E in un caso, lo scorso anno, c’è stato anche un avvocato (Ezio Di Marco) che ha presentato una denuncia. Da alcune settimane, quindi, i giudici che al Tribunale di Marsala si occupano di questo settore stanno inviando a tutti gli amministratori di sostegno un perentorio invito a presentare, entro 20 giorni, il rendiconto annuale e finale. Aggiungendo che in caso di inadempienza si provvederà alla trasmissione degli atti alla Procura della repubblica, con conseguente avvio di un procedimento penale.