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27/04/2024 06:00:00

Marsala, Grillo sconfessa se stesso. Tutte le ambiguità 

 Le parole pronunciate dal sindaco di Marsala, Massimo Grillo, mercoledì pomeriggio, sono eloquenti di quello che sono stati questi tre anni di Amministrazione.

Una sconfessione delle sue stesse scelte, ha tenuto a sottolineare che solo adesso che l’asticella è alta, con i nuovi innesti, può pensare a ricucire il rapporto con i cittadini (chi glielo ha impedito prima di farlo?) e può pensare a fare davvero il sindaco.

E’ grave in relazione a chi ha già svolto il ruolo di assessore. I membri della Giunta, lo ricordiamo,  non vengono eletti ma scelti uno ad uno dal sindaco, magari proposti dai partiti ma con l’avallo sempre del Primo Cittadino.

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<p><a href=Le ambiguità più forti riguardano però i partiti, anzi il partito di Forza Italia che parla a più voci e che ha creato, a Marsala, il caso regionale.

C’è un coordinatore provinciale, Toni Scilla, eletto il 28 gennaio scorso con assemblea pubblica di partito, alla presenza del coordinatore regionale, Marcello Caruso, quindi anche alla presenza di rappresentati nazionali.

Sulla elezione di Scilla nessuno può dubitare, le tessere parlano chiaro, screditare quella elezione significa non capire nemmeno i meccanismi di partito e le presenze che hanno messo il bollo a quella linea politica.

Succede poi che a Marsala si comprende che dentro il partito azzurro ci possono essere delle opportunità e allora si forma un gruppo, lo si fa tesserare, alcuni di questi sono consiglieri comunali, e si tenta di creare pure un gruppo consiliare. Si mettono tre assessori in giunta: Ivan Gerardi (al suo ennesimo cambio di partito), Salvatore Agate, Donatella Ingardia al primo lancio politico.

A spingere su queste posizioni è il presidente del consiglio Enzo Sturiano, con la copertura di Stefano Pellegrino, senza mai passare dal coordinamento provinciale. Come se gli organismi di partito non contassero. Sembra un déjà vu: Sturiano che richiede di entrare con il suo gruppo nel Pd, allora area Paolo Ruggirello, e che non viene accolto.

La vita di partito è fatta di regole, che possono non piacere ma a quelle bisogna attenersi e non sempre quando si arriva ci si siede in prima fila, i tempi in cui c’erano menti come Winston Churchill sono finiti da parecchio.

Lo scontro si è consumato, c’è uno strappo che ora dovrà essere ricucito, forse a Palermo. Forse dopo le Europee.
Per l’onorevole Stefano Pellegrino entrare in giunta significa aiutare la città, ma questo un deputato lo fa sia se è maggioranza sia se è opposizione, si fa così quando si viene eletti: ci si mette a servizio della provincia, della Sicilia tutta, indipendentemente dal colore delle amministrazioni.


STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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