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26/04/2024 06:00:00

Venuti e Villabuona all'attacco di Safina. Lo scontro nel Pd

 Sabato 27 aprile a Trapani si terrà una iniziativa del Partito Democratico, tra i presenti il segretario regionale Anthony Barbagallo e il senatore Antonio Nicita.

L’evento è stato motivo di altro scontro tra i dem della provincia, in particolare tra il segretario provinciale, Domenico Venuti, la presidente provinciale, Valentina Villabuona, e il deputato regionale Dario Safina.

La guerra interna si consuma da anni, in particolare è una guerra che vede sempre in prima linea la Villabuona contro i dem di Trapani.

Si legge nel comunicato: “Rimaniamo perplessi per la presentazione dell'area politica dell'onorevole Safina, mascherata da evento di partito. È legittimo costruire un'area politica, e magari provare anche a riportare in auge 'il partito dell'onorevole', ciò che è imbarazzante è farlo non dichiarandolo e tappezzando le città di manifesti che inducono a pensare che sia un'iniziativa del Pd".

Poi continuano: “In questi anni abbiamo costruito con impegno e sacrificio un partito 'tra la gente. In questo modo il Pd è cresciuto ed è diventato il primo partito in provincia di Trapani, con l'elezione dello stesso Safina grazie al contributo di tutti. Il partito 'tra la gente', però, non significa crescere grazie a operazioni politiche frutto di trasformismo. Al 'partito dell'onorevole' noi contrapporremo sempre quello degli iscritti, ecco perché siamo costretti a prendere pubblicamente le distanze da un'iniziativa di parte che utilizza arbitrariamente il simbolo del Pd. Infine concludono: "Il contributo di Safina sarà sempre ben accetto, quando deciderà di confrontarsi negli organismi e nel rispetto dei ruoli mettendo a disposizione il suo ruolo di parlamentare. Avremmo gradito il contributo dell'onorevole Safina anche in un momento così complesso per mantenere aperta la sede provinciale del Pd che, invece, chiuderà il 30 aprile per sua esclusiva responsabilità. Safina ha scelto di ritirare un impegno preso davanti alla Direzione provinciale non avendo trovato un segretario, una presidente e una segreteria al suo servizio ma sempre disponibili ad un confronto democratico e a tendere la mano, come dimostrato con la proposta di allargamento della segreteria provinciale e con il congresso unitario del Circolo di Trapani. Auguriamo buon lavoro a Safina per il suo nuovo progetto politico, diffidandolo però dall'utilizzo del simbolo del Pd che è nella disponibilità esclusiva del segretario provinciale e dei segretari di circolo democraticamente eletti”.

A stretto giro è arrivata la risposta di Safina.

“Venuti – dice Safina – farebbe bene a riprendersi dalla sconfitta delle scorse elezioni regionali e cominciare a ragionare per costruire un partito unitario. La segreteria provinciale del Pd non è la dependance di casa sua e non può trattarla come tale. All’incontro che abbiamo organizzato per sabato 27 aprile è stato invitato, forse voleva riconosciuto il nome sul manifesto per partecipare?. Quando è ben visibile a tutti che su quei manifesti non c’è il nome di alcuno, men che meno il mio. E’ stato pensato come un incontro dibattito dove ognuno avrà la possibilità di dire la sua, con lo stesso peso e sullo stesso piano. Peccato che Venuti e Villabuona non abbiano accettato di partecipare avrebbero potuto esporre in maniera esplicita il loro pensiero. Invece hanno preferito lanciare il sasso e nascondere la mano, come sono abituati a fare, e affidare le loro chiacchiere ad un comunicato stampa, senza confronto diretto. E non serve diffidarmi sull’utilizzo del simbolo del Pd: posso usarlo come e quando mi pare. Non appartiene né a Venuti, né a Villabuona ma alla comunità democratica di cui io faccio fieramente parte”.

E ancora sul modo di fare politica nel territorio, incalza Safina: “La mia storia dimostra che non ho mai pensato a costruire un partito a mia immagine e somiglianza ma a costruire un Partito con la P maiuscola. Cosa che in questi anni non si è riuscito a fare e non certo per colpa mia o per le persone politicamente a me vicine. Abbiamo lavorato al congresso di Trapani, per esempio, per costruire un percorso unitario, percorso dal quale loro si sono tirati fuori. Abbiamo lavorato in ogni dove in maniera inclusiva e unitaria e abbiamo discusso sempre nel merito delle questioni mentre per loro è tutta una questione di posizionamento interno. Cari Venuti e Villabuona, non c’è il partito dell’onorevole Safina ma ci deve essere il Partito democratico con tutte le sue sensibilità”.

“In questo ultimo anno e mezzo invece, – prosegue Safina - Venuti a Villabuona hanno organizzato il partito come una clava contro un gruppo di iscritti militanti che hanno legittimamente sostenuto il nostro modo di fare politica. Ricordo che hanno sostanzialmente provato a farci perdere a Trapani delegittimando, in più occasioni, il lavoro di quanti si sono avvicinati a noi. Nessun trasformismo da parte nostra, ma piuttosto da parte di chi ha provato a far vincere a Trapani la destra sedendosi ai tavoli con altre forze politiche pur di farci perdere”.

“Mi dispiace constatare come, ancora una volta, – continua Safina - abbiano scambiato e anticipato le fasi congressuali quando le scelte per i congressi non sono ancora state fatte. Chiaro è che con questa presa di posizione sarà difficile stare insieme. Io continuo a sostenere che il partito si costruisce con tutti, a prescindere dalle posizioni personali”.

Infine, sulla sede del partito provinciale di Trapani, Safina conclude: “Ho detto che non posso sostenere un partito che è ridotto al lumicino per esclusiva responsabilità di Venuti e Villabuona. Rammento a tutti che il PD è il primo partito perché abbiamo preso il 22% a Trapani e il 22% ad Erice, comuni cioè nei quali sono maggiormente radicato, oltre al lusinghiero risultato su Valderice. Venuti è stato invitato all’incontro di sabato prossimo, avrebbe dovuto accettare l’invito, dovrebbe sostenere qualsiasi iniziativa volta a potenziare il partito. Invece questo segretario ha paura che il PD si possa rafforzare intorno a idee diverse dalle sue. Penso che alla fine, gli toccherà farsene una ragione”