La parola più censurata da quando si è insediato questo governo, manco fosse una bestemmia: antifascista. Niente, non ci riescono a dirla, preferiscono girarci intorno indicando un cordiale disprezzo verso tutti i regimi totalitari, sottolineando tutti per indicare il comunismo, come se in Italia ci fosse stato quel tipo di regime. Quello che c'è stato invece è proprio quello fascista, un ventennio di oppressione di ogni forma di libertà che ci ha portati alla guerra e resi complici della persecuzione degli ebrei.
La censura del monologo di Antonio Scurati ha sortito un effetto boomerang clamoroso, il programma della Bortone è abbastanza seguito, uno share del 2,7%, ma grazie a questo scandaloso taglio ha raggiunto quasi il 5%, per non parlare della diffusione virale sui social. Insomma, se non avessero commesso questo passo falso, lo avrebbero visto i soliti comunisti sonnacchiosi e svogliati con la ghiandola pineale calcificata e invece... non si è parlato d'altro su tutte le reti: comunicati sindacali dei giornalisti della Rai letti in diretta, replica dei vertici della tv di Stato, e ancora della stessa presidente del Consiglio... eppure, a leggere il monologo di Scurati, la parola antifascista è stata pronunciata solo due volte, la prima per ricordare appunto che lo scorso 25 aprile la presidente non l'ha mai nominata, la seconda per ribadire che finché questa parola non verrà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana. Due miserrime volte, il resto era prevalentemente cronaca giudiziaria agli atti. Vogliamo vietare pure questa?
A giustificazione della presunta irrilevanza di questa parola molti esponenti del governo citano il fatto che la Costituzione italiana la usa una sola volta, e pure di sfuggita, nell'articolo XII delle Disposizioni transitorie e finali. Ed ecco che arriviamo al famoso gioco da tavolo Tabù, la regola vuole che per indovinare una certa parola non bisogna nominarne alcune, alleggeriamo la regola per aiutarli.
Lo dice l'articolo 1 della Costituzione
Risposta: Sovranità popolare. Il potere appartiene al popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti eletti;
Lo stabiliscono i Diritti fondamentali (Articoli 2-20) della Costituzione Risposta: la libertà di espressione, la libertà di associazione, il diritto di voto e il diritto di professare liberamente la propria religione;
Si sceglie una rigida divisione dei poteri (Articoli 70-77) Risposta: legislativo, esecutivo e giudiziario per prevenire l'eccessiva concentrazione del potere nelle mani di un singolo individuo o gruppo.
Lo indica l'articolo 3 della Costituzione Risposta: l'Italia è una repubblica fondata sul principio di legalità, pertanto tutti i cittadini e pubblici ufficiali, sono soggetti alla legge e nessuno può essere punito senza un processo equo.
Lo stabilisco gli articoli 6 e 7 della Costituzione italiana Risposta: Riconoscimento delle minoranze linguistiche e religiose, garantendo loro il diritto di esprimere liberamente la propria cultura e identità.
Bene, senza mai nominare la parola tabù siamo riusciti a indicare tutto quello che è stato vietato durante il fascismo.
Ora se vogliamo metterci il carico, anche se il gioco è un altro, aggiungiamo pure che
l'articolo XII delle Disposizioni transitorie e finali stabilisce che "è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Questa disposizione, sebbene non menzioni esplicitamente la parola "antifascista", non mi pare che ne parli bene. Anziché perdere tempo a contare quante volte è stata citata nella Costituzione la parola antifascista dovrebbero concentrarsi suoi valori e i principi fondamentali che custodisce e sui quali hanno giurato.
Consigli per la lettura: tutti i libri di Antonio Scurati dedicati a Mussolini
Qui sotto invece il video del monologo letto da diversi scrittori e scrittrici
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