Il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, in una nota, conferma la decisione della sua amministrazione di uscire fuori dal Distretto turistico di promozione della provincia di Trapani. D'ora in poi, pertanto, il Comune di Marsala farà da solo, nonostante, in realtà, molti privati, a Marsala, abbiano aderito allo stesso distretto. Il Sindaco ritiene che lui possa fare di meglio, e con meno. Con l'assessore al ramo, Salvatore Agate, parla di "evidenti carenze e mancanza di risultati tangibili"
"A fronte delle ingenti somme versate dai comuni della provincia, abbiamo in più occasione segnalato una mancanza di risultati tangibili dell’azione del Distretto - dichiarano -. Nonostante i nostri ripetuti tentativi di avviare una discussione con i vertici del Distretto siamo stati costretti a confrontarci con un muro di silenzio, ovvero a dover subire le scelte del vertice del distretto a scatola chiusa, senza alcuna possibilità di una più condivisa e oculata azione sulla spesa anche attraverso un più razionale orientamento delle risorse. Eppure chiedavamo solo di fare chiarezza nella gestione delle ingenti somme versate dai comuni aderenti e una maggiore condivisione di programmi e prospettive”
Continuano i due, attaccando, senza mai nominarla, la presidente del distretto, Rosalia D'alì, cje è anche assessore a Trapani: “Da ciò nasce la profonda perplessità riguardo alla gestione del Distretto che, a nostro avviso, necessita di essere affidata a una governance esperta nel settore turistico, in grado di intercettare finanziamenti esterni. Una governance che a nostro avviso, per ovvie ragioni, non è opportuno venga affidata a chi già ricopre cariche amministrative in una delle città aderenti allo stesso distretto. Perplessità condivise da diversi Comuni aderenti e confermate da una deliberazione della Corte dei Conti che, rispetto alla gestione del Distretto, scrive: “Il Collegio rappresenta che, dal controllo sulla fondazione in esame, emergono rilevanti perplessità in ordine alla situazione economico-patrimoniale della medesima”. La Corte stessa, infatti, sottolinea che “ una contribuzione “a regime” per colmare le perdite a cui la fondazione vada incontro per garantirne l’equilibrio economico finanziario, altrimenti non salvaguardabile, non si concilia” con la natura del Distretto, che dovrebbe mirare all’autonomia finanziaria e gestionale. Una deliberazione nella quale la Corte arriva a rimarcare la mancata trasparenza nella gestione del Distretto denunciando che “A fronte di espressa richiesta del magistrato istruttore, l’ente non ha chiarito i compensi del Coordinatore del Comitato Tecnico e del Revisore dei Conti, né a quanto ammonta il totale delle somme liquidate nel 2019 agli organi della fondazione”.
“Ricordiamo infine - concludono - che l’ amministrazione ha ereditato un debito di 183.000,00 euro perché le somme allora stanziate dal consiglio comunale per il distretto turistico furono “distratte”ad altre finalità. Di conseguenza, abbiamo preso la decisione di ritirarci dal Distretto. Coscienti che gli investimenti vanno prima orientati al migliore posizionamento del brand Citta di Marsala e parallelamente vanno consolidate altre relazioni con altri Comuni attrattori turistici altre dmo esistenti in altri territori per uno scambio di attività esperenziali e programmazione comune. Decisione che è stata condivisa anche da altri Comuni, come quello di Favignana, con il quale abbiamo avviato un proficuo processo di condivisione di strategie di comunicazione turistica. Inoltre, nel corso dell'anno appena concluso, la nostra Amministrazione ha istituito e convocato per la prima volta la Consulta del Turismo, con l'obiettivo di condividere decisioni e visioni con gli operatori del settore. Operatori che in diversi incontri abbiamo informato sulla determinazione di uscire dal distretto, motivandone le ragioni”.