C'è qualcosa che sfugge, quando si parla di corruzione, quando avvengono arresti più o meno eccellenti, come quello dell'ex dirigente del Comune di Marsala, Nicola Fiocca, o quelli che hanno riguardato, più di recente, i vertici dell'Azienda Sanitaria Provinciale.
Il punto che sfugge è una cosa talmente evidente che forse, proprio per questo, tutti fatichiamo a vedere. Eppure è lì, sotto gli occhi di tutti. Quando le procure arrivano, arrivano con i loro tempi. Per fare un'indagine su questi fatti ci vogliono anni e risorse, per chiedere di privare una persona della propria libertà, in Italia, bisogna chiedere, giustamente ad un giudice. E gli investigatori, solitamente, scoprono un caso. Uno. Solitamente è un appalto, di un ufficio, di un settore di un ente. Nel caso di Marsala, ad esempio, è l'appalto, per l'assistenza domiciliare ai disabili, dell'ufficio dei Servizi Sociali, del Comune. Ecco, è come una fotografia. Ma, attenzione, non una fotografia in tempo reale. E' come quando, una volta, si portavano i rullini delle vacanze a svilluppare, e poi, in pieno inverno, si guardavano le foto al mare. Le indagini sono foto, foto di un particolare, non di un panorama, di qualcosa avvenuto tempo addietro, mentre il mondo è andato avanti. Continuo con le metafore: è come andare a fare un safari, fare la foto ad un leone - che brutto, che spaventoso, che bocca grande che ha il leone - e tornare convinti di aver fatto la foto all'unico leone della savana. Ce ne saranno centinaia, in giro.
Quando un corpo è malato, d'altronde, noi mica curiamo i sintomi. I sintomi ci avvertono. La tosse, la febbre. Abbiamo l'influenza. Non curiamo la tosse o le placche alla gola. Curiamo l'influenza.
Con la corruzione è la stessa cosa. Ma curiamo i sintomi, anzichè la malattia, e siamo convinti che i sintomi siano tutto, che ci sia un unico leone nella savana, la mela marcia in un corpo sano, d'altronde è stato pizzicato dalla Procura, anzi, poi capace che la fa franca, e qundi neanche i sintomi ci sono più, campiamo tranquilli, viva.
Ogni volta che ci sono degli arresti per corruzione, dico sempre ai miei in redazione che l'indagine riguarda un appalto sui cento che gestisce un settore di un ente, dietro c'è tutto un mondo sommerso che non verrà mai scoperto, per colpi di fortuna, per bravura di chi deve occultare, per incapacità o impossibilità di chi deve indagare.
Di fronte a questo fenomeno, la cosa peggiore che si possa fare è ricorrere a frasi di circostanza e fare finta di nulla. E' quello che fa il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, che dopo l'arresto di Fiocca ha utilizzato la solita storiella: "Fatti che riguardano la precedente amministrazione". E omettendo il resto. Così come ha fatto con il precedente caso Fiocca(siamo ormai a due volumi, tipo Guerra & Pace), quello che riguarda l'assunzione della figlia al Comune. Nicchiare, fare finta di nulla. Dire: non c'ero. Dimenticando che, avendo fatto Grillo politica da sempre, lui sempre c'è stato - anche quando non c'era, c'erano i suoi uomini, ci sono da sempre - non può nascondersi dietro un dito, riducendo la lotta contro la corruzione e per l'affermazione di una cultura della legalità nella pubblica amministrazione, ad una questione di cerimoniale, di toponomastica. O giocando a nascondino. Qualcuno tra i tanti consulenti gli deve spiegare che non è così. E' la buona amministrazione la panacea contro la corruzione, non l'ostentazione della "legalità", il rincorrere commemorazioni e tavole rotonde con procuratori e affini. E a Marsala buona amministrazione non c'è.
Ci sono solo silenzi. Perchè il Sindaco spende due parole sulla coincidenza delle strane dimissioni dell'assessora ai servizi sociali, Valentina Piraino, proprio alla vigilia dell'operazione e degli arresti? Perchè si fa finta di nulla? E' una dimensione politica.
Perchè dall'ippodromo allo scandalo del teatro comunale sfregiato, è proprio la cifra del primo cittadino di Marsala quella di fare finta di nulla di fronte alle polemiche, vendere per successi imbarazzanti stalli (il corso di laurea in enologia che ritorna, forse, a Maggio 2025 ...). C'è una dimensione della corruzione che è roba da codice penale, ed è l'accertamento del reato. Ma c'è una dimensione della corruzione che è etica, politica, che non è compito delle Procure indagare, ma attiene alla responsabilità di chi ci governa. E fare finta di nulla, tirare a campare, è oggi, per chi fa politica, per chi vuole amministrare, il primo degli scandali. A Marsala, come altrove.
Giacomo Di Girolamo