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17/04/2024 12:00:00

Ponte sullo Stretto, tutti i dubbi del Ministero dell'Ambiente e il no di "Italia Nostra"

 Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha sollevato dubbi significativi sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, richiedendo alla Società Stretto di Messina S.p.A ben 239 integrazioni di documenti per procedere con la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il ministero dei Trasporti fa sapere che "le integrazioni al progetto del Ponte sullo Stretto, richieste in sede di conferenza di servizi, saranno fornite entro 30 giorni: "si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un'opera che sarà unica al mondo", si legge nella nota.

Le integrazioni richieste 

155 integrazioni per la VIA: riguardano la necessità di approfondire gli studi sugli effetti del ponte su flora, fauna, ecosistema marino e terrestre, consumo del suolo, rischi sismici e di dissesto idrogeologico.
66 integrazioni per la Valutazione di Incidenza (VINCA): mirano a valutare meglio l'impatto del ponte sui siti Natura 2000, aree protette dell'Unione Europea.
16 integrazioni per il Piano di Utilizzo Terre (PUT): per una più precisa valutazione dell'utilizzo dei terreni interessati dal progetto.
2 integrazioni per la Verifica di Ottemperanza (VO): per verificare la conformità del progetto alle normative vigenti.
 

Ciucci: "Le osservazioni del Mase sono congrue" - "Le richieste di integrazioni e chiarimenti "sono assolutamente congrue, per l'entità e complessità dell'Opera e per le relative interazioni con il territorio e le varie componenti ambientali". Lo ha detto all'ANSA l'ad della società, Pietro Ciucci. "La Società ha da sempre investito sull'ambiente - ha aggiunto Ciucci - e anche in questa fase di ripresa del progetto sarà profuso ogni sforzo per ridurre al minimo gli impatti dell'opera e per garantire che la stessa sia occasione di valorizzazione dei territori e delle componenti ambientali. Nei 30 giorni previsti dal procedimento, la Stretto di Messina, insieme a Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni e chiarimenti richiesti".

Il Codacons: 'Intervenga la Corte dei Conti' - Con la richiesta di integrazione di documenti il Mase evidenzia tutte le criticità del progetto relativo al Ponte dello Stretto. Lo afferma il Codacons, che dopo l'intervento a gamba tesa del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica si appella alla Corte dei Conti affinché verifichi possibili danni sul fronte erariale. "La Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente ha evidenziato come il progetto non sia affatto definitivo e ha richiesto un lungo elenco di documenti che toccano i più disparati aspetti, da quello ambientale al tema della sicurezza, nonché un'analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell'opera", spiega il Codacons. "Un intervento che ci preoccupa molto perché sottolinea come qualcosa non quadri sul fronte del progetto sul Ponte che il Governo ha lanciato come definitivo, ma che potrebbe fermarsi qualora i documenti richiesti dal Mase dovessero rilevare incongruenze, carenze, omissioni o errori - afferma il presidente Carlo Rienzi - Uno stop che arriverebbe dopo una spesa da centinaia di milioni di euro già sostenuta dallo Stato per l'opera: per questo, e senza assumere alcuna posizione ideologica sul progetto, riteniamo ci siano gli estremi per un intervento della Corte dei Conti affinché predisponga tutti i controlli necessari tesi a verificare il configurarsi di possibili sprechi di denaro pubblico a danno della collettività, sanzionando gli eventuali responsabili", conclude Rienzi.

                                                                                           

Intanto l'associazione Italia Nostra ribadisce la sua ferma opposizione al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, sollevando diverse critiche sulla sua utilità, impatto ambientale e costi. L'associazione, dopo aver presentato le proprie osservazioni alla Commissione VIA, sottolinea i seguenti punti:

Impatto ambientale -  Il ponte rappresenterebbe un danno gravissimo per il paesaggio dello Stretto, un'area di incomparabile bellezza ricca di riserve naturali, siti Natura 2000 e patrimonio UNESCO.

La costruzione del ponte metterebbe a rischio la fauna migratoria che attraversa lo Stretto.
Utilità: Diversi studi dimostrano che il traffico marittimo tra Sicilia e continente non sarebbe dirottato sul ponte, rendendolo inutile per la maggior parte dei collegamenti. Anche il traffico passeggeri non sarebbe attratto dal ponte, data la concorrenza dei voli aerei.

Le infrastrutture stradali e ferroviarie in Sicilia sono inadeguate, rendendo il ponte poco utile per gli spostamenti sull'isola.
Costi: i costi di realizzazione del ponte sono spropositati rispetto ad opere simili, e l'area interessata ha una significativa economica modesta; I pedaggi non sarebbero sufficienti a coprire le spese di costruzione, che graverebbero interamente sullo Stato.

Ecco cosa scrive la presidente di Italia Nostra Antonella Caroli a proposito dei costi: "I costi di realizzazione del ponte sono enormemente superiori a opere comparabili (il ponte Sultan Selim sul Bosforo, con una campata principale di 1,41 km e una lunghezza totale di 2,2 km, è costato € 2,3 miliardi; il ponte di Akashi Kaiky?, con una campata centrale di oltre 1,9 km è costato € 3,38 miliardi), l’area di influenza del ponte ha una significatività economica relativamente modesta e il volume di pedaggi non sarebbe in grado di ripagarne le spese, che sarebbero invece a carico dello Stato (al contrario, per esempio, dell’Eurotunnel, totalmente a carico del traffico)".

Dubbi sul progetto - Il progetto attuale non risponde alle obiezioni sollevate dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
Sono necessari ulteriori studi per valutare l'impatto del ponte e la sua fattibilità.
Italia Nostra propone l'organizzazione di un incontro internazionale di esperti per approfondire le conoscenze sul progetto e valutare alternative più sostenibili.