Alla fine, il compenso per ogni singola seduta in consiglio comunale a Trapani sarà raddoppiato: dagli attuali 34 euro si passerà a 68 lordi.
A sbloccare i fondi per aumentare i gettoni di presenza è stata l’approvazione, solo un paio di settimane fa, del Bilancio preventivo 2023-2025, che ha stanziato le somme per la futura approvazione da parte del consiglio comunale.
Gli stipendi di sindaco e assessori
I consiglieri comunali non potranno andare oltre il 30% dell’indennità del sindaco, così come prevede la legge vigente in materia. Il sindaco Giacomo Tranchida percepisce al mese 8.083 euro mensili, circa 3.300 euro in più rispetto allo scorso anno, dopo l’aumento attuato ad ottobre.
Sull'idennità del sindaco vengono poi calcolate le altre relative a: vice sindaco (il 75% dell’ indennità del Sindaco), assessori (60% indennità Sindaco) e presidente del consiglio comunale (60% indennità Sindaco).
Motivo per cui, dopo la futura approvazione dell’aumento del gettone di presenza, ogni consigliere non può superare i 2 mila euro circa, considerato che, a differenza degli amministratori, percepisce il pagamento solo se partecipa alle sedute, sia di Consiglio sia di commissione.
I mancati incassi del Comune
L’aumento degli stipendi viene pagato anche con soldi del bilancio comunale. Quindi con i soldi dei cittadini del comune che amministrano.
E, come ogni anno, anche per il 2024, il Comune di Trapani punta su tasse e tributi per i propri incassi annuali, e sull’attività di recupero crediti.
Come inviando ventiquattro ingiunzioni di pagamento a cittadini che hanno abbandonato i rifiuti in strada.
Tra questi, c'è chi è stato sorpreso a lanciare il sacchetto vicino allo scorrimento veloce, chi ha lasciato sacchetti nel salotto buono della città, chi al porto o nella zona balneare.
Tutti colti in fragrante dalla Polizia Municipale e sanzionati di 50 euro, multa poi cresciuta di 10 euro per le spese di notifica.
Il totale incassato dal Comune, alla fine, sarà di mille euro circa.
Circa 90 mila euro evase con la tassa di soggiorno
Ci sono poi introiti mancati, come quelli provenienti dall'imposta di soggiorno, a tutti gli effetti, una tassa di scopo visto che l'incasso va direttamente a finanziare il turismo locale e interventi concernenti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. E dunque, in parte, a rimpinguare le casse del Comune.
E 88 mila 812 euro è la cifra evasa dai gestori delle strutture ricettive negli scorsi cinque anni, relativo cioè agli anni compresi tra il 2019 e il 2023.
Il mancato guadagno è stato scoperto dal Comune di Trapani dopo una verifica sul portale Stay Tour.
Un controllo utile a scovare chi non versa il tributo corrisposto dai turisti per il periodo di pernottamento a chi gestisce strutture ricettive, poi versato direttamente al Comune.
Lo scorso anno evasi circa 50 mila euro
Guardando al dettaglio:
- nel 2019 non sono stati versati al Comune 30 mila euro;
- nel 2020, causa del Covid, l'ammanco risulta di soli 1.200 euro;
- nel 2021, alla ripresa del turismo è corrisposto un incremento anche dei versamenti mancati e la cifra è salita a 2.600 euro;
- nel 2022 a 4.800 euro;
- nel 2023, poi, si registra un picco di 49 mila e 508 euro: cifra che, da sola, supera il 50% del totale non pagato dal 2019 al 2023.
Oltre alle tasse di soggiorno dichiarate ma non versate, c'è poi da considerare l'introito mancato a causa dell'introito per i soggiorni brevi e turistici.
Ci sono oltre 440 alberghi solo a Trapani e, secondo i dati del Sole24, a sul territorio negli ultimi 10 anni si registra un aumento dell'extralberghiero triplicato.
Solo su booking , risultano 400 strutture ricettive. Poco meno della metà sui portali per i b&b. Alcuni dei quali non versano la tassa di soggiorno, altri non la pagano, perchè la struttura non è dichiarata, e altri ancora perchè non dichiarano il pernottamento affittando in nero.
Lotta all'evasione della tassa di soggiorno
Il Comune di Trapani ha già avviato, in passato, la lotta all’evasione della tassa di soggiorno.
Negli anni passati, infatti, il comando della polizia municipale ha attivato il servizio “Var”, acronimo di “vigilanza attività ricettive”, attraverso il quale intende fare chiarezza sulla sua riscossione e sul suo trasferimento nelle casse del Comune.
Il “Var” individua “le centinaia di strutture ricettive di ogni categoria che, sebbene registrate in svariati portali e siti web pubblicitari e d’intermediazione, ancorché recensiti, omettono in tutto o in parte di versare al Comune la dovuta ed obbligatoria tassa di soggiorno”.