720 milioni di euro. Sono i soldi che servirebbero per uscire dalla crisi. O quanto meno per mettere un freno alla siccità che sta creando grande preoccupazione in Sicilia. Dal settore agricolo a quello zootecnico, al settore turistico in apprensione per una stagione estiva che rischia di essere un boomerang per le attività. La Regione, nei giorni scorsi, ha chiesto lo stato di emergenza nazionale per l’emergenza siccità. E in molti comuni sono stati predisposti i piani di razionamento dell’acqua.
Numeri drammatici
Da 35 anni in Sicilia non c’era un’emergenza siccità di questo tipo, dal 1989. Il Sias, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano, l'ente regionale che si occupa di raccogliere ed elaborare i numeri su piogge e meteo nell'Isola, ha raccolto alcuni numeri preoccupanti. Si registra già il calo della portata degli invasi di circa il 50%.
La media regionale delle piogge rilevate dalla rete Sias è di circa 36 millimetri che per il periodo 2002-2023 è stata di 73 millimetri.
Le precipitazioni del mese di marzo non hanno portato ad un recupero del deficit di precipitazioni accumulato fin dall'autunno, ma hanno peggiorato le cose in quei territori che soffrono particolarmente l’emergenza e che in inverno non hanno avuto abbastanza acqua.
Meno acqua nei Comuni
Più di un terzo dei Comuni siciliani dovrà far fronte al razionamento dell’acqua. Sono già 142 su 391 i Comuni dove sono state ridotte le forniture di acqua potabile per la popolazione.
Secondo l’AdB a seguito di una seconda riduzione di prelievi messa in atto gli invasi Fanaco e Ancipa – che servono i Comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo, Trapani – potranno reggere il primo fino a metà luglio, il secondo fino a settembre.
La situazione di crisi idrica per l’Osservatorio dell’AdB “si sta estendendo ad altri comuni perdurando il fenomeno di scarsità di pioggia. Inoltre le previsioni di pioggia dei prossimi mesi, basate sull’osservazione delle medie mensili degli anni passati, non appaiono sufficienti a mitigare la siccità in atto”.
I rapporti continuamente aggiornati dall’AdB assieme ai report della Protezione civile regionale fanno parte del dossier che il governo Schifani ha allegato alla richiesta dello stato di emergenza nazionale per la crisi idrica.
Invasi e dissalatori
I fondi dovrebbero servire per interventi negli invasi, per il reperimento di nuove risorse idriche, come i dissalatori fissi, l’utilizzo di pozzi e sorgenti, e per l’elaborazione di programmi di riduzione di consumi. I fondi dovrebbero essere utilizzati anche per le campagne di informazione e sensibilizzazione al risparmio idrico e per l’individuazione di risorse alternative come dissalatori mobili, navi con funzioni di dissalatori e autobotti.
Una task force sulla siccità
“Non possiamo tollerare che ci sia chi specula volgarmente sulla Sicilia per attaccare il governo e, cosi facendo, provare a recuperare qualche voto. L’emergenza siccità che vive la Regione non nasce oggi e non è certo imputabile al governo di centrodestra” ha detto il presidente della Regione Renato Schifani. “Siamo perfettamente consapevoli della delicatezza della situazione, non a caso siamo già intervenuti con una serie di misure per attenuare la crisi e le sue ripercussioni sui cittadini e sui settori produttivi. E siamo pronti ad adottare ulteriori provvedimenti per scongiurare gravi danni alla regione attraverso una qualificata e ristretta task force, snella e operativa, da me coordinata, che insedierò a giorni. Siamo certi che il governo nazionale si unirà agli sforzi di quello regionale per superare le criticità, così come ha fatto nel passato”, ha aggiunto il governatore.
Turismo, l’allarme degli albergatori
L'incubo disdette per la crisi idrica incombe sulla Sicilia. Le previsioni turistiche per l'estate sono rosee, con un aumento di presenze internazionali rispetto al 2023. Ma la mancanza d'acqua potrebbe far stornare i turisti, soprattutto nelle province più colpite come Agrigento, Caltanissetta, Enna e Palermo.
A lanciare l'allarme è il presidente regionale di Federalberghi, Nico Torrisi. "Non possiamo chiedere ai turisti di razionare l'acqua in vacanza. Sarebbe una follia. La Sicilia è una meta turistica mondiale e il problema va risolto al più presto."
Le piccole strutture ricettive, come bed and breakfast e casa-vacanza, sono le più preoccupate. Non disponendo di cisterne, potrebbero essere costrette a disdire le prenotazioni se la situazione non migliora.
Gli operatori turistici chiedono al Governo di intervenire immediatamente per trovare una soluzione alla crisi idrica e scongiurare un'estate da bollino rosso.