Il prezzo della democrazia. Non si vuole narrare dei costi economici per la gestione delle istituzioni di uno stato liberale, ma di quelli etici, nell'accezione dei comportamenti 'giusti' e 'ingiusti'. L'articolo tre della Costituzione italiana stabilisce un principio fondamentale: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
Il secondo comma dell'articolo 48 afferma:"Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico".
Uno dei valori sancito è chiaro:una persona, un voto; la democrazia si basa su una promessa di uguaglianza. La possibilità di esercitare questo diritto/dovere nel Belpaese è molteplice e sono l'elezioni: amministrative, regionali, politiche ed europee, si aggiunge il referendum. Le ultime tornate elettorali hanno dimostrato la disaffezione dei cittadini, dal 93,87% d'affluenza di quelle politiche del 1958, al 63.91 del 2022, quest'ultime ha perso il 9,03% degli aventi diritto, negli ultimi 64 anni un terzo. La disillusione dell'importanza delle urne è dovuta ad una classe politica ritenuta incapace, ma essa non è venusiana,né marziana, ma è terrestre della nostra penisola, scelta da noi. D'altronde se Casini, Calderoli, Gasparri e La Russa siedono in parlamento da più di trent'anni, PierFerdi da 41 e la donna più longeva la Casellati, quest'anno festeggia le nozze d'argento, non è per grazia ricevuta. Anche a Marsala ha le sue cariatidi: Vinci, Genna, Coppola, Sturiano. Ma questa tariffa è sopportabile, è figlia di una legittima espressione del voto. Essendo un dovere civico è sgradito l'astensionismo di chi chi non si reca ai seggi elettorali, l'alternativa esiste è scheda bianca o nulla. Ma è un prezzo della democrazia intollerabile e credetemi non è una barzelletta, quando una persona conoscente con licenza liceale classica mi disse che non avrebbe votato alle regionali con la motivazione evergreen: "non capisco niente di politica", aggiungendo "e poi mi scoccia andare a Palermo".
Vittorio Alfieri