Un grave lutto colpisce il mondo del giornalismo siciliano e la redazione di Tp24. E' venuta a mancare, nella notte, Debora Borgese. Giornalista, aveva 42 anni, e da mesi lottava contro un tumore.
Debora era amica e collaboratrice della redazione di Tp24. Grazie a lei avevamo realizzato importanti inchieste sulle contraddizioni e gli scandali di certi ambienti dell'antimafia, come, ad esempio, sullo scioglimento del comune di Pachino.
Debora Borgese aveva fatto parte dell'ufficio stampa del presidente dell'Ars Gaetano Galvagno ed era stata prima anche portavoce del sindaco di Aci Castello. Aveva lavorato in diverse emittenti radiofoniche, compresa Radio Zammù, dell'università di Catania e poi collaborato con diversi siti giornalistici.
Cordoglio per la scomparsa della giornalista è stata espressa dalla comunità della stampa parlamentare siciliana che "si stringe ai familiari e agli amici di Debora Borgese, la collega deceduta oggi dopo avere lottato contro la malattia che non le aveva impedito di continuare a sperare e non aveva spento la sua voglia di vivere".
"Debora - prosegue la nota dei giornalisti parlamentari siciliani - è stata a lungo collaboratrice di Gaetano Galvagno seguendolo come addetta stampa nella sua attività politica. Era entrata a far parte dello staff del Presidente dell'Ars, poi la malattia l'aveva costretta a rivedere i suoi piani di vita. Combattiva, fiera e tenace fino all'ultimo respiro dal suo letto si è battuta per avere giustizia nei confronti di un ex politico che l'aveva diffamata sui social qualche anno fa. A Debora e ai suoi cari va il pensiero dei cronisti parlamentari".
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Oggi la Sicilia perde una delle sue figlie migliori. Debora era rossa come la lava e nera come le parole. Era questo e tante altre cose. Cantante virtuosa, grande comunicatrice, la migliore zia del mondo, giornalista d'inchiesta di gran fiuto, testarda. Non c'è una foto che, in queste ore, la ritragga compiutamente, non c'è un racconto definitivo. Perchè era tante cose diverse, davvero. Se ne è andata via prima, ma è come se avesse vissuto cento vite, perchè Debora era "bigger than life". Nell'ultimo scorcio della sua vita, nonostante i dolori atroci, è diventata poi cronista della sua malattia, senza pietismo, con grande lucidità. Ed è incredibile pensare che. anzichè essere noi vicino a lei, nelle ultime settimane , era lnvece lei, ancora una volta, a superare le barriere del dolore per gridare la sua solidarietà e la sua stima a me ed al caro amico Nicola Biondo, dopo gli infamanti attacchi che abbiamo subito. Ciao Debora, ciao. Ti abbiamo voluto bene in tantissimi. (gdg)