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26/03/2024 00:00:00

L'indagine sui giornalisti del "Domani" e la vicenda De Caro. Il "Mondo al contrario"

 Il mondo al contrario. Non si vuole raccontare, in un paese che legge poco, del fenomeno letterario del generale Roberto Vannacci. Al Sud solo il 35% si nutre con i caratteri di Gutenberg, secondo fonte Istat, di qualsiasi tipo. Per un'ex presidente dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi, il calo di lettori rappresenta un’emergenza nazionale, ma si mutua il titolo per narrare alcuni fatti alle cronache nazionali.

L'idea è sorta alla presentazione del saggio "Una vita tranquilla", Latitanza e cattura, verità e misteri di Matteo Messina Denaro di Giacomo Di Girolamo e Nello Trocchia. Il giornalista campano è indagato, unitamente a due colleghi del Domani, per accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e rivelazione di segreto, per aver condotto un'inchiesta sul possibile conflitto d'interessi del ministro della difesa Guido Crosetto, già advisor di Leonardo SpA, società attiva nei settori dell'aerospazio, difesa e sicurezza. In questi giorni si è venuti a conoscenza che il comune di Bari è a rischio scioglimento per mafia, dopo un’indagine giudiziaria e la decisione, suggerita, del ministro degli Interni di inviare una commissione ispettiva.

Il sindaco, dal 2014, sindaco De Caro, presidente dell’Anci, è sotto scorta dal 2016 in seguito alle minacce subite per la sua azione di contrasto al commercio abusivo. L'Amtab azienda dei trasporti, municipalizzata al 100%, sarebbe stata infiltrata da "parenti di affiliati al clan Parisi", il Tribunale del capoluogo di Regione pugliese, ha posto la società in amministrazione giudiziaria. La Procura, in conferenza stampa, ha dichiarato che "l’attività dell'amministrazione comunale di Bari è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità organizzata". De Caro si è "difeso" ricordando come la sua amministrazione si sia costituita "parte civile contro i clan 19 volte". Ha ricordato di avere lui stesso denunciato i casi in cui ha saputo che qualcuno stava votando in cambio di denaro, anche per liste a lui collegate. E ha dichiarato: "Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari, io rinuncio alla scorta. Sono sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune".

L’esperienza politica del primo cittadino inizia nel 2004 nella prima giunta del sindaco Michele Emiliano, che lo nomina assessore alla mobilità e al traffico del Comune di Bari in qualità di tecnico esperto esterno, essendo ingegnere civile. È probabile che, come il generale, sarà candidato alle elezioni europee del prossimo giugno, il mandato di sindaco è in scadenza in giugno. Poi la "maldestra" - parafrasi - solidarietà di Emiliano, presidente della regione Puglia che raccontato: "Presi Decaro, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido".

L'aneddoto ha suscitato un putiferio, Emiliano ha precisato: "Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte a un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all'assessore solo con modi civili ed educati - e qui l'iperbole "te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza" - visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro". Dopo la figura retorica di Vannacci, che si ritiene "erede di Giulio Cesare", c'è l'iperbole di Emiliano, nei fatti narrati è proprio un "Mondo al contrario".

Vittorio Alfieri