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26/03/2024 15:30:00

Il Partito "personale" da Berlusconi a Sturiano 

 Il Partito personale è riassunto nella figura del Capo, nato nel 1994 per volontà di Silvio Berlusconi, dalle ceneri dei partiti coinvolti nell'inchiesta Mani Pulite. Il modello del 'Caimano' ha definito il modo di fare politica nella Seconda Repubblica: il leader crea il partito e gli conferisce un senso. Questo è avvenuto con la Lega Lombarda, poi Nord di Bossi, il cui obiettivo era l'indipendenza della Padania dal resto del paese.

Successivamente è stato il turno dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, il cui mantra era il legalitarismo. Attualmente ci sono Italia Viva di Matteo Renzi, il cui motivo principale sembra essere il narcisismo politico e Azione di Carlo Calenda, che, dopo alcuni contrasti, si è separata da Italia Viva dopo aver fondato il Terzo Polo. Dopo i fallimenti del Rottamatore nel Partito Democratico e di Beppe Grillo nel M5S, è emerso Fratelli d’Italia, la creazione di Giorgia Meloni, che sembra avere un piano politico paradossalmente più raffinato: la questione della sicurezza, affrontata attraverso un rafforzamento dell'istituto della legittima difesa, e l'ostilità verso la società multiculturale.

Sebbene l'ideologia dei partiti politici di una volta riflettesse una visione chiara della cultura, della vita sociale e del futuro, i partiti personali attuali sembrano concentrarsi su un numero limitato di obiettivi. A Marsala, per esempio, esiste il partito personale di Enzo Sturiano da due decenni, con l'obiettivo di ottenere la Presidenza del Consiglio comunale. Se questo fenomeno avrà una durata prolungata, lo decideranno gli elettori. È innegabile che la validità delle idee dipende dalle persone e dalla loro credibilità, ma l'etica della pratica politica è definita dalla competizione democratica nel rappresentarle.

Vittorio Alfieri