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21/03/2024 06:00:00

   La Sicilia devastata dagli incendi. Numeri e idee per prevenire i roghi

Il tempio di Segesta circondato da un paesaggio lunare. Da una distesa nera, dalle tracce di un incendio che ha devastato il parco archeologico. E’ una delle immagini shock degli incendi in Sicilia nell’ultimo anno.


Un fenomeno che di anno in anno mette sempre più alla prova il territorio, le forze in campo per contrastare i roghi. Numeri da paura quelli del 2023, e che si spera non si ripetano nel 2024. Come prevenire gli incendi boschivi, come intervenire e come punire i piromani?
Se n’è parlato ad Erice, nei giorni scorsi, all’Istituto Blackett - San Domenico Fondazione “Ettore Majorana” al convegno “Incendi boschivi. Perché”.
Un'intera giornata, organizzata dal Comune di Erice in collaborazione col Rotary Club Trapani-Erice dedicata agli incendi boschivi durante la quale, grazie ai contributi di relatori di eccezione, esperti del mondo scientifico e delle autorità, è stato possibile sviscerare tutti gli aspetti legati al tema.

NUMERI
Alcuni numeri sono importanti per capire il fenomeno degli incendi boschivi.
Dal 1978 al 2020 in Sicilia il fuoco ha interessato oltre 626 mila ettari. Il 2023 è stato un anno catastrofico per la Sicilia, con 233 grandi incendi. In provincia di Trapani sono andati in fumo 5350 ettari, di cui 1200 erano boschi, parliamo di circa il doppio rispetto ad un anno prima.
Negli ultimi 20 anni c’è stata una progressiva e devastante escalation degli incendi. Fino al 2004 infatti gli incendi in Sicilia erano in misura contenuta, o meglio, gestibile dalla macchina organizzativa. Dopo il peggioramento degli effetti del cambiamento climatico hanno accelerato il fenomeno degli incendi boschivi. Infatti in prossimità di eventi climatici estremi, come il gran caldo accompagnato da venti forti, ci sono stati picchi di incendi. In media ogni due, tre anni.


Nel 2023 il 70% di tutte le superfici bruciate in Italia sono in Sicilia, il 48% di queste si trova in aree protette.
Altro dato è che sono aumentati gli incendi di grandi dimensioni e una volta che il fuoco parte è difficile da spegnere. Il clima estremo, il forte vento, il numero elevato di incendi in contemporanea rendono quasi impossibile l’azione di contrasto.
“Possiamo mettere insieme la macchina organizzativa migliore del mondo, ma in prossimità di questi eventi c’è poco da fare”, ha detto il professor Donato Salvatore La Mela Veca, dell'Università di Palermo.
Allora cosa bisogna fare? Prevenzione, concreta.


PREVENZIONE
Prevenzione, partendo dal comprendere il fenomeno, dall’analizzare i dati, e capire quanto succede. Anche quelle che prima erano anomalie, adesso non è raro che accada: come gli incendi devastanti dello scorso ottobre.
Le cause dei roghi sono principalmente dolose, ma negli ultimi anni stanno aumentando anche gli incendi colposi. Crescono anche gli incendi con cause non accertate. “Significa anche che sono diminuite le forze investigative, perchè gli incendi sono troppi e le forze in campo servono per spegnerli”. Per il prof La Mela Veca per prevenire gli incendi bisogna anche capire quali sono gli interessi dietro a chi provoca i roghi.
Ma ci sono anche delle azioni concrete di prevenzione.
“Intanto bisogna ridurre gli inneschi, attraverso la sorveglianza, l’attività di investigazione e repressione, l’aggiornamento costante del catasto incendi, l’attività di sensibilizzazione e informazione”.


Ma c’è anche un’attività di prevenzione mirata al rallentamento nella fase di propagazione. “Sono attività più concrete, come la realizzazione di fasce parafuoco. Ma anche un lavoro di selvicoltura preventiva, una vera e propria manutenzione e gestione corretta dei boschi. La pratica sostenibile del pascolo. E poi puntare al ripristino dell’attività agricola e al fuoco controllato. Il pascolo non è un nemico, ma può essere un sistema di prevenzione. E’ un pericolo quando è fatto illegalmente”. aggiunge il docente.
Per fare tutto questo ci vuole personale, ma è un terreno, questo molto scivoloso. Si parla di una Sicilia in cui c’è un esercito di forestali con le mani in mano. In realtà non è così. Ad esempio in provincia di Messina ogni agente deve controllare 4 mila ettari: “è impossibile, anche perchè agisce su tutti i reati ambientali, non solo incendi, ma anche abbandono di rifiuti”.
Per migliorare le attività di prevenzione serve la tecnologia. Tra gli strumenti più adoperati e che dovrebbero essere ampliati, con diversi progetti, ci sono le telecamere e le fototrappole.

 


PUNIRE I PIROMANI
Nel corso degli anni le leggi si sono inasprite per punire i piromani viste le proporzioni consistenti del fenomeno, ha ricordato Antonella Trainito, sostituto procuratore a Trapani. Nel 2021 è stata introdotta una legge che oltre a inasprire le pene rafforza l’attività di indagine. Inoltre punta a migliorare il coordinamento stato-regioni con piano nazionale, a rafforzare la capacità operativa e l’aggiornamento tecnologico di protezione civile e vigili del fuoco. La legge introduceva la necessità di accelerare l’aggiornamento del catasto incendi, strumento fondamentale per mappare il territorio e prevenire speculazioni su quei terreni in cui erano scoppiati i roghi.
Con la nuova legge il reato di incendio boschivo ha pene più severe, quindi. Da 6 a 10 anni per l’incendio doloso, da 2 a 5 per l’incendio colposo.
Negli ultimi anni la procura di Trapani ha trattato tanti casi, e in qualche circostanza si è arrivati a individuare il responsabile. Come per l’incendio avvenuto ad Alcamo il 27 agosto 2023. Una giornata di forte caldo e vento di scirocco. Il piromane era un appartenente ad un corpo che si occupa proprio di spegnere gli incendi.


IL CONVEGNO

Al convegno hanno portato i saluti istituzionali il dott. Luciano Zanta Platamone, vicecapo di gabinetto della Prefettura di Trapani, la sindaca di Erice Daniela Toscano Pecorella, l'assessore con delega alla Protezione civile comunale Paolo Genco, il vice comandante dei Vigili del fuoco di Trapani, ing. Vito Pipitone, il dirigente del Corpo Forestale di Trapani, dott. Francesco Trapani, il giornalista e segretario provinciale Assostampa, dott. Vito Orlando che ha fornito il punto di vista legato al mondo dell'informazione (il convegno è stato infatti riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia per la formazione professionale continua degli iscritti). Sono intervenuti anche i deputati regionali on. Cristina Ciminnisi e on. Dario Safina, ed il sindaco di Custonaci, dott. Fabrizio Fonte, che è anche un giornalista.
Durante il convegno è stato proiettato un contributo video fornito dal Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Sen. Nello Musumeci, mentre le conclusioni sono state affidate all'assessora regionale al territorio e ambiente, dott.ssa Elena Pagana. Interventi molto apprezzati ed efficaci. Hanno assistito al convegno rappresentanti delle autorità, delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, del mondo del volontariato, nonché cittadini.
Gli aspetti psicologici, psichiatrici ed emotivi, ma anche le ragioni sociali ed economiche, che inducono il piromane ad appiccare il fuoco, sono stati approfonditi grazie agli interventi della dottoressa Francesca Bartoccini, psicoterapeuta sistemico relazionale e psicologa dell'emergenza, nonché presidente di MaydayItalia (“L'atto incendiario: L'identikit del piromane”) e del dottor Luigi De Luca, direttore del centro di formazione Catania del CNVVF (“Simbologia e fascino del fuoco: aspetti psicosociali dell'atto incendiario”). Gli aspetti giuridici sono stati snocciolati dalla dottoressa Antonella Trainito, sostituto procuratore presso la Procura di Trapani (“Il nuovo assetto del reato di incendio boschivo”), dal commissario superiore del Corpo Forestale Sicilia, Luca Ferlito, e dal tenente colonnello dei Carabinieri forestali, Andrea Li Volsi.
Grande spazio è stato dato anche agli aspetti naturalistici: se ne sono occupati il prof. Donato Salvatore La Mela Veca, associato in selvicoltura e pianificazione forestale dell'Università degli Studi di Palermo (“Incendi in Sicilia: Cause, criticità sulla prevenzione, soluzioni possibili”), e l'ing. Gianluigi Pirrera, vice presidente AIPIN - Associazione Italiana per l'ingegneria naturalistica, socio esperto docente in materia di ingegneria naturalistica, (“Multifunzionalità delle foto trappole per usi di Protezione Civile e prevenzione”).

 

 


La globalità del fenomeno è stata evidenziata dal dott. Fabrizio Zichichi, membro del CDA Fondazione Ettore Majorana e centro di cultura scientifica ets (“Incendi, un'emergenza planetaria”). Molto apprezzati i contributi del dott. Antonio Parrinello, dirigente del Servizio regionale 16 di Protezione civile della provincia di Trapani, e dei volontari di Protezione civile Marco e Antonino Stefano che hanno raccontato la propria esperienza di volontariato e di denuncia di un atto incendiario a seguito dell'installazione di una fototrappola. Sul palco anche il Comandante della Polizia locale di Erice, dott. Giacomo Ippolito, e l'ispettore Vincenzo Varvara.
Nell'ambito della giornata è stato inoltre presentato il progetto “Cuore e fiamme” del Rotary Club Trapani-Erice che ha altresì proceduto alla donazione di un modulo antincendio, di un defibrillatore e di alcuni presidi di primo soccorso, all'associazione di protezione civile Humanitas ODV. La consegna è stata effettuata dal Governatore del Distretto 2110, dott. Goffredo Vaccaro, e dal presidente del Rotary Club Trapani-Erice, ing. Vito Agosta.
Da segnalare che, in apertura di manifestazione, è stato proiettato un emozionante video dal titolo “La bellezza che brucia”, realizzato dal giornalista Mario Torrente.



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