Fa più notizia il no degli studenti, malamente sintetizzato, all'intitolazione del loro liceo a Peppino Impastato, piuttosto che la volontà del sindaco di lasciare il liceo intitolato a Santi Savarino, personaggio ben descritto in questo breve estratto che trovate nell'archivio del sito di Peppino Impastato:
Elogio della normalità
L’aula del Liceo Scientifico di Partinico è stata intestata a Maria Grazia Alotta. Non si tratta di un’eroina, di una persona che si è distinta per avere fatto qualcosa di speciale, di un’eccezione. Le sue caratteristiche sono state l’attaccamento al suo lavoro di segretaria scolastica, la sua precisione e puntigliosità, la puntualità, la professionalità. Cioè la “normalità”, quella che dovrebbe essere la caratteristica di ogni essere umano, oltre che di ogni lavoratore, ma che, in un’Italia di furbi, di tangentari, di corrotti, di ignoranti, diventa “straordinarietà”, perché chi fa il suo dovere è considerato un idealista, un illuso, uno stupido. Siamo all’opposto di quel Santi Savarino, cui è intestato il Liceo, che fu prima fascista, tra coloro che appoggiarono le leggi razziali di Mussolini, poi democristiano di destra, diventato senatore con i voti del mafioso Frank Coppola, con il quale intavolò una corrispondenza, oggi agli atti della Commissione Antimafia, e infine tornato fascista, candidandosi nel MSI, ma senza essere rieletto. Probabilmente, se gli si deve dare una nota di merito, è quella di essere stato un bravo giornalista, ma comunque un giornalista “di regime”. Ecco, la scuola, ricordando una persona che l’ha servita e che, nella sua “normalità “ è riuscita ad essere anche una buona madre di famiglia, non poteva dare a chi la frequenta un esempio migliore di come ci si rapporta con la vita.
( 19 dicembre 2014 )
Per ricostruire questa vicenda bisogna cominciare col dire che tutto inizia dalla sollecitazione degli stessi studenti del liceo, dall'imbarazzo avvertito nell'identificare il loro luogo di studio con un personaggio divenuto famoso anche per i suoi legami con la mafia americana. I nomi proposti dagli studenti, in prima istanza, furono due: Rosario Livatino e quello dell'ex sindaca di Partinico Gigia Cannizzo, che fu tra i primi sindaci donna antimafia della provincia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. Com'è morto il giudice Livatino lo sappiamo tutti, spero. La lotta alle mafie compare forte e chiara in entrambi i casi e, a mio dire, basterebbe questa premessa per cominciare a cambiare prospettiva alla vicenda, ma probabilmente funziona meglio mediaticamente lasciare in primo piano il no degli studenti al nome di Peppino Impastato. Lo schieramento politico-ideologico, nel caso di quest'ultimo, potrebbe diventare pertanto un elemento divisivo rispetto agli altri due, ma non certo per l'impegno contro le mafie che accomuna i tre favoriti. Semmai inteso nella sua forma più alta: la scuola è il luogo di tutti a prescindere dalle inclinazioni politiche. A tutto questo bisogna aggiungere una estenuante vicenda burocratica che dura due anni dopo lo scioglimento per mafia dello stesso Comune nel 2020. Eccoci giunti alla vera notizia: a schierarsi contro il cambio del nome del liceo e dunque bloccare l'iter, il sindaco Pietro Rao, alla guida di un'amministrazione sostenuta da Forza Italia e dalla Dc di Totò Cuffaro, che considera Savarino: fra le alte personalità cui Partinico ha dato i natali. Che dire? Una domanda ci sarebbe da fare a questo sindaco: di preciso cosa intende quando dice alta personalità riferito a Savarino, cosa lo ha reso degno di meritarsi l'intitolazione di una scuola?
Ma l'urgenza è un'altra, a quanto pare, il no degli studenti al nome di Peppino Impastato scatena un'indignazione più forte, mobilita le coscienze di chi preferisce le scorciatoie ideologiche rispetto alla faticosa analisi o il semplice ascolto delle parti in causa. Facciamo attenzione, perché le manganellate agli studenti si possono dare in tanti modi. E come dicono a Palermo: i sturienti un si toccano. L'algoritmo ha vinto, è bastato digitare liceo Partinico, mafia, Impastato per confezionare la notizia e ribatterla sempre uguale. Io non ci credo, i ragazzi sono la sola possibilità che abbiamo per la svolta culturale, e se mi dovessi sbagliare, non fatemelo sapere. Grazie.
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