Quantcast
×
 
 
14/03/2024 06:00:00

Dalla Regione: "Giù le mani dall'aeroporto di Trapani Birgi"

16,30 - Valerio Antonini, il patron delle squadre di calcio e di basket di Trapani, fa marcia indietro. Dalla sua lista della spesa toglie l'aeroporto di Trapani Birgi e così rinuncia di acquisire la maggioranza dello scalo.

A Tp24 Antonini aveva espresso l'intenzione di presentare un'offerta e un business plan, ma negli ultimi giorni è stato stoppato dalla Regione che ha confermato la fiducia a Salvatore Ombra al vertice dell'Airgest e l'intenzione di continuare a investire sull'aeroporto.

La marcia indietro di Antonini arriva con una nota: “Ho manifestato apertamente il mio interesse per l’acquisto dell’aeroporto di Trapani perché mi ero convinto, leggendo i bilanci e i vari articoli comparsi sui giornali di tutta la Sicilia nel 2023, che fosse importante dare il mio contributo per quel salto di qualità che necessita per uno slancio turistico commerciale della provincia.

A seguito del clamore scatenatosi dopo il mio interesse, appare evidente che non si necessita del mio ingresso a maggior ragione dopo le ultime indicazioni della Regione Sicilia che sottolinea come l’Aeroporto sia in piena salute e i bilanci in attivo. Augurando pertanto al loro Presidente Ombra lunga vita in sella ad Airgest nella speranza che quanto da lui promesso alla comunità si realizzi, mi ritiro in buon ordine, concentrando da oggi in poi le mie attenzioni sullo Sport e Telesud”.

 

6,00 - Giù le mani dall'aeroporto di Trapani Birgi. Ai piani alti della Regione Siciliana non sembra fare breccia l'ipotesi per un'eventuale trattativa per la vendita del  "Vincenzo Florio". Tra un paio di mesi dovrebbe arrivare l'offerta della cordata guidata da  Valerio Antonini, il padrone delle squadre di calcio e basket di Trapani, che dopo aver acquistato anche l'emittente televisiva Telesud, adesso punta allo scalo aereo. 

 A rivelare la sua intenzione è stato lo stesso imprenditore, in una puntata dell'inchiesta giornalistica che Tp24 gli ha dedicato, per approfondire, appunto, le sue relazioni, gli affari, e le ambizioni (reportage che ha portato a reazioni scomposte del diretto interessato, ma questa è un'altra storia ...).

Tra l'altro Antonini ha, nel suo staff di consulenti, come legale, Riccardo Schifani, il figlio del presidente della Regione, Renato. E' questo ha autorizzato più di una perplessità sull'operazione, dato che l'Airgest, la società che gestisce l'aeoroporto,  è al 99% di proprietà della Regione Siciliana. 

Secondo fonti di Tp24, sono proprio gli uomini più vicini a Schifani a cercare, in queste ore, di porre un alt a rumor e indiscrezioni, per non trovare il governo regionale invischiato in nuove ed imbarazzanti polemiche nella gestione di un delicato dossier, quello degli aeroporti siciliani, che comunque ha una sua direttrice ben precisa. La decisione, infatti, su Trapani Birgi è già nota da tempo. Completata l'opera di definitivo rilancio dello scalo a cura del presidente uscente, l'imprenditore marsalese Salvatore Ombra, la Regione è più che mai convinta di operare una fusione delle due società Airgest e Gesap, la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Palermo Punta Raisi, per dare via ad un nuovo modello di management. Con quali obiettivi e in che modo è ancora tutto da decidere, ma di certo, non c'è spazio per una cessione di quote ai privati, dopo che la Regione, in questi anni, si è svenata con iniezione continua di liquidità (tra l'altro, sottraendo ai soci privati progressivamente sempre più quote e peso). 

Airgest, tra l'altro, quest'anno potrebbe chiudere con un utile di 700mila euro, e lo staff dell'assessore Falcone è più che certo di convincere il governo circa l'impugnativa del contributo di oltre quattro milioni di euro allo scalo trapanese, previsto nell'ultima finanziaria, e necessario per sostenere la crescita sopra il milione di passeggeri. 

Ad ogni modo, la prossima fusione delle due società è quindi un punto sul quale non si torna indietro. Tant'è che da Palazzo d'Orleans si segue con molta attenzione il progetto del collegamento ferroviaro veloce tra i due scali di Trapani e Palermo,  con Rfi – Rete ferroviaria italiana – che ha già appaltato i lavori del nuovo tratto Palermo-Trapani e che realizzerà un progetto di variante prevedendo una fermata presso il «Vincenzo Florio». L'obiettivo è quello di ragionare come un unico aeroporto Trapani - Palermo (e fanno sorridere, in questo contesto, le polemiche ingenue di chi ancora litiga per collocare l'aeroporto a Trapani o Marsala ...) con la possibilità di arrivare da uno scalo all'altro in tempi brevi.  Sul progetto della nuova fermata ferroviaria all'aeroporto di Birgi, abbiamo pubblicato un approfondimento su Tp24 che potete leggere cliccando qui. L'importo dei lavori è di 33 milioni di euro.

Per Renato Schifani, tra l'altro, la partita sui cieli siciliani è su più fronti perchè suo figlio non solo segue le vicende del padrone del Trapani e le sue aspirazioni, ma è anche legale di Aeroitalia, la compagnia sulla quale Schifani ha scommesso per rompere l'oligopolio delle rotte aeree da e per la Sicilia. Scommessa che non sembra vinta, al momento. "La compagnia AeroItalia in Sicilia avrebbe dovuto rappresentare la concorrenza a Ita e Ryanair e riportare i prezzi a livelli di guardia, ma di fatto si è rivelata un flop -  scrive in un'interrogazione il deputato del Pd Carmelo Barbagallo -. Il Presidente della Regione Siciliana, circa un anno fa, aveva annunciato l'avvento di un vettore che sarebbe comparso anche sui radar di Catania e Palermo; in sordina, la compagnia pare stia continuando a ridurre il proprio impegno.  AeroItalia è una delle compagnie a beneficiare dei ristori della regione per aver aderito all'avviso esplorativo sugli sconti per i residenti ma nonostante tutto continua a far registrare i disservizi, tali che, se si prenota un volo, non si sa se si potrà usufruirne".

DALLA REGIONE.  «Tra le norme di spesa dello scorso "Collegato", attualmente al vaglio del Mef, figura anche quella che aveva destinato 4,2 milioni per l’aumento di capitale di Airgest. A Roma abbiamo già avviato la trattativa con viale XX Settembre, al fine di chiarire la natura dello stanziamento della Regione e confermarlo. Non siamo infatti nel campo degli aiuti di Stato o del ripiano di perdite. La norma su Birgi, da noi messa a punto e votata dall’Ars, definisce invece un investimento della Regione su Airgest con l'obiettivo di adeguare e rafforzare la società, ben guidata dal presidente Salvatore Ombra, rispetto all'aumento dei passeggeri registrato nel 2023». Così l'assessore regionale all'Economia Marco Falcone, replicando alla deputata M5s Cristina Ciminnisi a proposito dell'aumento di capitale stabilito dalla Regione in favore di Airgest, società di gestione dell'Aeroporto di Trapani-Birgi. «L’aeroporto di Trapani - prosegue - ha superato l'anno scorso la cifra di ben 1,3 milioni di passeggeri. Ai sensi delle leggi di settore occorre, quindi, aumentare il capitale sociale di Airgest, irrobustendola e adeguandola al mercato. Non si tratta di un soccorso di "mamma Regione", ma di una iniezione di fondi prevista dalla legge per supportare una realtà virtuosa e in crescita, nell’interesse dell’economia e di tutto il Trapanese», conclude l'assessore Falcone.

TRANCHIDA.  Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, chiede al presidente della Regione siciliana Renato Schifani «l’urgente convocazione di un tavolo interistituzionale di confronto, esteso alle parti sociali e imprenditoriali», dopo «la disputa instauratasi nei giorni scorsi tra l’imprenditore Valerio Antonini, anche patron delle società di basket e calcio trapanese, e il presidente dell’Airgest, Salvatore Ombra, circa la gestione dell’aeroporto Vincenzo Florio, in merito alla quale sono state evidenziate criticità e rappresentati nuovi scenari sugli assetti societari». Il sindaco sottolinea che «l’aeroporto ha sempre rappresentato una infrastruttura strategica per la Sicilia occidentale e punto di riferimento per l’intera cittadinanza riguardo la continuità territoriale con le isole minori». Tranchida chiede rassicurazioni anche «sull’ipotesi di una futura vendita delle quote della società Airgest a privati» e nel contempo «trasparenza circa la gestione della società messe in dubbio dalla contesa in argomento». In mancanza di risposte chiare da parte da parte della Presidenza della Regione, «il contrasto fra le due posizioni – spiega il sindaco – rischierebbe di acuire sentimenti campanilistici che getterebbero l’intero territorio in arcaiche contrapposizioni alimentate da antiche tifoserie che, soprattutto fuori dai campi da gioco, non aiutano a crescere questo territorio e la Sicilia intera».

CIMINNISI.  «Da oltre un anno che chiedo che si faccia chiarezza sulla strategia di gestione sullo scalo di Birgi e sugli scali aeroportuali siciliani più in generale. Ed ho chiesto, consapevole dell’importanza degli aeroporti per l’economia dell’Isola, che lo si faccia in sede parlamentare e non nel chiuso di uffici e segreterie». A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi che ha depositato un'interrogazione parlamentare in cui chiede «chiarimenti in merito ad ipotesi di privatizzazione, fusione o incorporazione della società di gestione dell’Aeroporto di Trapani Birgi “Vincenzo Florio”». Un atto ispettivo che giunge in una fase particolarmente accesa del dibattito pubblico sullo scalo trapanese: di ieri la notizia dei rilievi del Governo Nazionale sulla ricapitalizzazione dell’Airgest; delle scorse settimane le dichiarazioni del presidente della Regione su ipotesi di privatizzazione della società; dei giorni scorsi le interviste alla stampa di un imprenditore che opera sul territorio trapanese che ha annunciato di voler entrare nella compagine societaria per dare seguito a quanto dichiarato dal Presidente Schifani. «Per altro – aggiunge la parlamentare trapanese – già il 3 gennaio dello scorso anno, avevo depositato richiesta di audizione presso la II Commissione e la IV Commissione, ad oggi rimasta inspiegabilmente inevasa». Nell’interrogazione Ciminnisi, chiede al presidente della Regione le intenzioni legate al futuro degli scali aeroportuali Siciliani tenendo conto delle normative nazionali, europee e delle autorità di regolazione di settore; se si intende dare seguito a ipotesi di fusione tra Airgest e Gesap e con quali tempi; infine il tema dell’ipotizzato Gestore Unico per la Sicilia Occidentale e della piena e autonoma operatività dell’aeroporto “Vincenzo Florio”. «L’urgenza di riportare il dibattito in aula – conclude Ciminnisi – è determinata dalla necessità di avere certezze. Ipotesi di privatizzazioni e operazioni di mercato, annunciate dal Governo Regionale e che non hanno mai seguito, raccolte da privati e gruppi imprenditoriali che a loro volta avanzano proposte e richieste, generano un clima di confusione che rende indeterminato il futuro degli scali e accidentate strategie e programmazione. Birgi e gli aeroporti siciliani hanno bisogno di stabilità nella operatività e nella gestione».