Muore a 17 anni, nel tentativo di raggiungere l'Italia. Ed il governo voleva lasciare il cadavere per giorni in mare. Siamo davvero senza pietà. Disumani. Un povero ragazzino migrante, che sognava una vita migliore, viene umiliato anche da morto.
Quattro giorni di viaggio, 1500 chilometri in totale, con a bordo il corpo di un 17enne senza vita. Ustionato, intossicato e schiacciato e infine morto dopo aver atteso invano i soccorsi, che sono arrivati quando ormai era troppo tardi. A denunciarlo è l’equipaggio della Ong tedesca Sea Watch, che aveva chiesto invano aiuto nel tentativo di portare in salvo il giovane appena salvato dalle acque del Mediterraneo. Come beffa, il governo aveva assegnato il porto di Ravenna, nonostante quello più vicino fosse quello di Lampedusa. Un ulteriore dramma per le 56 persone a bordo, salvate da un’imbarcazione di legno blu a due ponti individuata in mare aperto inclinata su un lato.
Di fronte alle proteste per la scelta disumana, il governo ha cambiato idea. E alla fine la nave è arrivata a Pozzallo. «Ogni 4 ore l'equipaggio sostituisce il ghiaccio della sua body bag, per conservarne il corpo. L'Italia ha rifiutato di accogliere la sua salma che resta a bordo. È disumano», aveva denunciato nelle scorse ore l'ong.
Dopo una prima ispezione cadaverica la salma del 17enne, che non è stato ancora identificato perché viaggiava da solo, dovrebbe trasferita nella camera mortuaria del cimitero di Pozzallo. Nella cittadina del Ragusano dovrebbero sbarcare anche tutti gli altri sopravvissuti.