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06/03/2024 15:12:00

Marsala, la lite tra ex cognati e amanti. Il caso in Tribunale, com'è finita

Ha destato molto scalpore in città e curiosità la vicenda di due coppie di cognati. 

Si tratta di un fratello R.D. ed una sorella R.L. , che si sono scambiati i rispettivi compagni, G.F. e A.A. 

In che senso scambiati? In pratica i i compagni dei due fratelli si sono messi assieme,  tradendo in un sol colpo i due.

Quando scoppia il caso, la vicenda, oltre a destare scalpore in città, genera continue discussioni tra i soggetti coinvolti, quando  essi si incontrano per le vie della città e nei locali.


E poi cosa accade? Siamo in estate, fa caldo, R.D. guida la sua autovettura e nei pressi del porto di Marsala, incrocia l’autovettura della sua ex compagna, a bordo c’è lei ed alla guida il suo nuovo compagno ed ex cognato.

R.D. torna indietro, li segue e quando li vede fermi, li affronta e chiede spiegazioni; nasce una furiosa lite, volano parole grosse, insulti e probabilmente anche minacce; i neo compagni ed ex cognati, rientrano in auto e fuggono; R.D. l’insegue a piedi, lancia un oggetto pesante, colpisce ed infrange il lunotto posteriore dell’autovettura della sua ex compagna che sbanda, ma senza conseguenze.

La proprietaria dell’autovettura, l’ex compagna di R.D. , lo denuncia per danneggiamento aggravato. Si costituisce parte civile nel processo chiedendo il risarcimento del danno subito. Anche  A.A. tenta di costituirsi parte civile nel processo, ma non avendo sporto querela e non avendo subito danno (l’autovettura non era sua), il Giudice, accogliendo l’opposizione formulata in questi termini dall’avvocato Luigi Cassata, difensore dell’imputato, non ammette la sua costituzione di parte civile.

Il processo che si celebra innanzi al Tribunale di Marsala, Giudice dott.ssa Sara Quittino, prosegue fino al suo epilogo: l’assoluzione di  D.R. perché il fatto non sussiste.

Ma com' è possibile? Si chiedono magari in tanti che hanno assistito all’episodio. Accade perché la legge non punisce più il danneggiamento semplice, ma solo quello aggravato. Nella fattispecie, come sostenuto dall’avvocato Cassata, non si trattava di danneggiamento aggravato poiché l’autovettura era in movimento e quindi non incustodita e le presunte minacce non furono contestuali al danneggiamento.