Il calcio, il basket, Telesud e .. l'aeroporto. Valerio Antonini, il nuovo re di Trapani / 4
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Quarta parte dell'inchiesta a puntate di Tp24, che ricostruisce carriera, affari ed ambizioni di Valerio Antonini, imprenditore che da un anno ha spostato i suoi interessi a Trapani, dal calcio all'editoria. Qui la prima, la seconda e la terza parte.
Andiamo avanti nel racconto.
Esattamente venti anni dopo dall’ingloriosa fine dell’avventura calcistica della Palmese, Antonini torna a guardare al calcio, ed all’Italia. Siamo nel febbraio 2023 e il tentativo di entrare (di nuovo) nel mondo del calcio finisce in poche settimane.
Il progetto è rilevare la Sambenedettese, un club decaduto con un combattivo passato in serie B. “Ho avuto da sempre la voglia di entrare nel calcio. Anellucci mi propose questa soluzione. È una sorta di rivincita. Se non avessi conosciuto Diego non avrei avuto questa passione" racconta l'imprenditore a Tp24.
Quella che va in scena è una strana trattativa. L’imprenditore romano in riviera non si fa vedere, c’è il suo “portavoce” Claudio Anellucci che però non riesce a sedersi al tavolo negoziale. Intanto i tifosi marchigiani non prendono in simpatia Antonini, manifestano dubbi sulle sue ambizioni e ironizzano su una missiva densa di impegni inviata ai giornali locali: l’affare salta in poche convulse settimane. Claudio Anellucci è un uomo di fiducia di Antonini, tanto che poi diventerà Direttore Generale del Trapani Calcio. Sarà silurato da Antonini dopo un suo post in cui criticava sui social la Nazionale Italiana (con maldestri tentativi di scuse …).
Torniamo all’affaire “Samb”, come i tifosi locali chiamano la Sambenedettese. C’è un video, tratto da una seguitissima trasmissione locale “Scienziati nel pallone”, che traccia un preciso confine, una frattura con la comunità di San Benedetto del Tronto,il fischio finale di una trattativa forse mai partita veramente. Intervistato da Giuseppe Buscemi, decano del giornalismo sportivo marchigiano, Antonini dice due cose precise: “Sono un neofita nel mondo del calcio” e “la mia società ha un fatturato di circa 400 milioni di euro”.
Ora: la prima affermazione sappiamo non essere reale. Sulla seconda torneremo più avanti.
"Guardai i libri della Samb, vidi che era in pratica fallita. Gli offrii 500mila euro, ma c’era dietro tutto un imbroglio all’italiana. Allora la mia compagna mi disse: se davvero vuoi comprare una squadra, compra il Trapani” racconta oggi Antonini.
Ed in effetti, nessuno in quel momento poteva immaginare che di lì a poco, smessi i panni di futuro presidente della Sambenedettese, a Trapani sarebbe arrivato il suo nuovo re. Poco meno di due mesi dopo infatti Antonini è già al tavolo delle trattative con i proprietari del Trapani calcio. Tutto avviene velocemente, ad aprile lo sbarco a Trapani. Il resto è cronaca: calcio, basket e media, l’assalto è veloce e in contanti. Trapani, con cinica concretezza e felice spensieratezza, incorona il suo nuovo regnante.
“Sono stato fortunato anche stavolta. Ero pronto a rilevare la Samb ma l’offerta non venne accettata. Di chi è il merito del mio arrivo a Trapani? Di mia moglie!” racconta l'imprenditore a Tp24.
Dopo il calcio, con la squadra in D, Antonini acquista il basket, che veleggia in A2, poi diversi immobili - tra questi la casa che fu del giudice Ciaccio Montalto, in centro, di fronte al Tribunale - e rileva l'emittente televisiva locale di proprietà di Massimo Marino, Telesud. Un’attività instancabile: tutto sembra sinergico: lo sport, i media, il turismo, le polemiche e l’iper presenzialismo- alla sua ascesa personale. Dalle sue parole, molte parole perché non si contano le interviste, sembra quasi che a Trapani non ci sia mai stata nemmeno l’ombra di un imprenditore
“Sono arrivato a Trapani e ho trovato il nulla totale. Due squadre fallite. Strutture fatiscenti. Ho speso di tasca mia cinque milioni di euro, tre per lo stadio, due per il Palazzetto. L’ho fatto per dare credibilità al progetto. Non penso che Trapani sia un territorio in vendita, penso che volutamente sia stato tenuto sotto sviluppo”.
Acquistare il Trapani Calcio, che milita tra i Dilettanti, dai vecchi soci non è stata una passeggiata: “Mentre Michele Mazzara è una brava persona, il suo socio, Marco La Rosa lo abbiamo denunciato. Ci ha presentato conti sbagliati e fasulli. Gli abbiamo chiesto indietro 360mila euro. Vi dico solo che c’è un tale, Carbonaro, che si è firmato il contratto da dipendente del Trapani Calcio, il giorno prima che io comprassi la squadra...".
L’uomo è fatto così: diretto e franco. Allergico alle critiche e a volte alle domande non gradite (non nel nostro caso, va detto, si è concesso a Tp24 con grande disponiblità in una lunga intervista) un retaggio forse degli affari fatti in Paesi dove non sono molto gradite né le une né le altre.
Eppure Antonini non ha tutti i torti quando si lamenta dei pettegolezzi e dei boatos, chiede di essere criticato apertamente e con validi argomenti. Per un imprenditore che in meno di un anno ha investito svariati milioni di euro - tra sport, dimore, locali e ristrutturazione di impianti, la cifra si aggira tra i 5 e i 10- è una legittima richiesta. Che proveremo a soddisfare.
A curare l’acquisto di Telesud è stato lo studio legale Pinelli-Schifani, dove operano i due figli del presidente della Regione Renato. Nulla quaestio, ci mancherebbe. Roberto Schifani, primogenito del Presidente, è il legale di fiducia di Antonini. "E' il mio avvocato" specifica lui. Dieci anni fa era nel Cda del Palermo Calcio di Zamparini. Adesso nel sito di Sportinvest, come delle due società sportive, è presentato come componente dell'organigramma delle società di Antonini.
Anche per Telesud il progetto è di grande respiro, nuovi studi, volti noti e il salto verso un più ampio pubblico. “Ho già acquistato un capannone di 3000mq per un milione di euro, un’importante società svilupperà gli studi. Vogliamo avere un palinsesto importante, con giornalisti nazionali, acquisiremo la licenza regionale da subito per trasmettere in tutta la Sicilia” rivela Antonini.
Non è finita qui: nella lista di Antonini in quello che sembra uno “shopping compulsivo”, è finito anche l'aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani Birgi.
Lo scalo è un asset istituzionale, gestito da una società per azioni, l’Airgest, quasi totalmente nelle mani della Regione Siciliana. L’operazione avrebbe bisogno di una rete assai fitta di accordi e alleanze, per tacere delle possibilità tecniche - giuridiche che un privato possa rilevare un’infrastruttura strategica come uno scalo aereo. Mission impossible, verrebbe da dire, ma a Trapani, in Sicilia “mai dire mai”.
Antonini il piano per l’acquisto e il rilancio del “Vincenzo Florio” dice di averlo pronto: “Tra due-tre mesi renderemo pubblica l’offerta”.
Se la cura anche di questo affare venisse affidata all’avvocato Schifani, legale di fiducia di Antonini, ci troveremmo di fronte ad una sorta di affare di famiglia, con un evidente conflitto di interessi. Il padre presidente della Regione, prorietaria dell'aeroporto. Il figlio che cura gli interessi dell'acquirenti. Ma è un particolare di cui però Antonini stesso dice di non preoccuparsi affatto. “L’aeroporto è un’azienda in perdita, la Regione può decidere di far entrare un imprenditore con una quota importante oppure mantenerne la proprietà. Penso che con un serio programma lo scalo porterà guadagni alla Regione invece che perdite. L’aeroporto di Trapani è un’idea. La Regione valuterà la mia offerta. Penso che lo sviluppo turistico possa passare solo dal cambiamento dell’aeroporto, in termini di vettori che arrivano, ampliamento del terminal. Sto chiudendo con Ernest&Young un business plan. E’ una cosa talmente delicata, lo so ... ma io sono quello che ho fatto due stadi in due mesi".
(4 - CONTINUA)
Giacomo Di Girolamo
Nicola Biondo
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