Rifiuti. Facciamo (benino) la differenziata, ma i costi sono troppo alti. Il caso Sicilia finisce all’Antitrust
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Smaltire i rifiuti in Sicilia costa troppo ai Comuni, e di conseguenza ai cittadini. Nonostante negli ultimi anni la raccolta differenziata abbia raggiunto livelli accettabili.
La maggior parte dei comuni, soprattutto i medio-piccoli, hanno superato la soglia europea del 65% di rifiuti differenziati. Però lo smaltimento costa ancora troppo.
Così l’Anci Sicilia, associazione dei Comuni, ha presentato un ricorso all’Antitrust per abuso di posizione dominante da parte degli operatori dei rifiuti, a iniziare dalle discariche.
Lo ha annunciato Paolo Amenta, presidente dell’associazione dei sindaci siciliani, presentando il dossier sui rifiuti. “Da tempo come ANCI Sicilia – ha detto Amenta - denunciamo con attenzione le criticità del sistema integrato dei rifiuti e più volte abbiamo sollevato il tema dell’ insostenibilità dei costi che ingessano i bilanci comunali e che incidono pesantemente sui cittadini, aggravando complessivamente le situazioni economiche delle famiglie e delle imprese”.
Infatti malgrado la raccolta differenziata, che al 2022 secondo i dati di Legambiente, ha superato il 65% su 274 comuni siciliani, per una popolazione complessiva di 2.386.559 abitanti (i dati presentati dal dossier si riferiscono a tutte le tipologie di rifiuti: indifferenziato RUR rifiuto urbano residuo, umido e altre frazioni) i prezzi praticati in Sicilia sul trattamento, conferimento in discarica, selezione e compostaggio, sono abbondantemente superiori rispetto a quelli praticati nel resto d’Italia.
Un esempio.A parità di servizi, la tariffa siciliana è spesso quasi doppia rispetto al Nord Italia. Nella discarica di Gela il costo è di quasi 169 euro a tonnellata, mentre in un Comune del Piemonte non supera i 97 euro.
Il Ricorso
“L’analisi dei costi contenuti nel dossier ci ha imposto di verificare attraverso un ricorso all’Antitrust se vi sia da parte degli operatori un abuso di posizione dominante” ha dichiarato Amenta.
Il ricorso, in particolare , si riferisce ai costi applicati da Sicula trasporti srl i cui impianti sono utilizzati da oltre 170 comuni dell’Isola. Più in generale il ricorso serve anche a comprendere quali siano le ragioni dei costi eccessivi che gravano sul sistema dei rifiuti in Sicilia e come si possa intervenire in maniera efficace per evitare l’impatto negativo sui bilanci comunali, sulle tasche dei cittadini e sull’economia dell’Isola.
Le Proposte
Anci avanza anche delle proposte. Sui termovalorizzatori - ad esempio - “va presa in considerazione la situazione di partenza della produzione dei rifiuti in Sicilia e l’andamento della raccolta differenziata”. A parte i tempi di realizzazione degli impianti, per l’associazione dei Comuni “bisogna anche capire quali interventi risultino più urgenti per potere invertire la tendenza e raggiungere l’obiettivo di una diminuzione dei costi. Inoltre è necessario anche individuare quali azioni bisogna porre in essere per accelerare la realizzazione impianti di prossimità che possono contare, da subito, su un abbattimento dei costi”.
Per i sindaci siciliani bisogna anche predisporre un nuovo piano dei rifiuti “per il quale auspichiamo che ci sia un’interlocuzione con gli enti locali”.
I termovalorizzatori
Il presidente della Regione Renato Schifani è intenzionato a realizzare due termovalorizzatori in Sicilia. Per questo si è fatto nominare commissario per la loro realizzazione. Ma c’è un problema non da poco: i soldi. I termovalorizzatori costano 800 milioni di euro. Cifra che nelle scorse settimane è stata dirottata dai fondi Fsc, sono i fondi sviluppo e coesione stanziati dall’Unione Europea. Sono quelli che permettono di realizzare strade e infrastrutture. Dai fond Fsc, ad esempio, è stato prelevato oltre 1 miliardo di euro per il progetto del Ponte sullo Stretto. Uno scippo dettato da Roma al governatore siciliano.
Nelle scorse settimane,la commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, ha approvato un emendamento che insieme alla nomina a commissario straordinario per la realizzazione dei termovalorizzatori permette di utilizzare, di conseguenza, gli 800 milioni per i termovalorizzatori dal Fsc. Un blitz notturno che non è piaciuto alle opposizioni. Ma secondo le regole dell’Unione europea, i fondi di Sviluppo e Coesione non si possono usare per i rifiuti. Proprio per questo la Regione siciliana ha dovuto procedere all’annullamento in autotutela di uno stanziamento da 45 milioni destinato ai Comuni per gli “extracosti” dello smaltimento dei rifiuti.
Emergenza continua in provincia di Trapani
Intanto continua l’emergenza rifiuti in provincia di Trapani. 13 Comuni, infatti, si sono visti bloccare il conferimento del rifiuto indifferenziato nella discarica di Trapani. La situazione sta via via peggiorando anche perché , alla Regione, non è stata presa nessuna decisione e la discarica di Gela non accetta il rifiuto indifferenziato trapanese che giudica “Non Conforme”. Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, dice di essere “in attesa di un adeguato riscontro della Regione Siciliana per individuare una idonea soluzione, ovvero una discarica dove conferire l’indifferenziato. Ho rivolto un appello al Prefetto perché perori la nostra causa”. Intanto non viene raccolto il mastello dell’indifferenziato, e il rischio è che la situazione possa peggiorare con rifiuti abbandonati per il territorio.
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