Dai 20 ai 50 euro per un certificato medico. Li avrebbero pagati circa 80 marittimi al medico Franco Scaturro. Il tutto in pochi giorni, a febbraio 2023. E quello che emerge è un quadro disarmante di una corruzione spicciola, di pochi euro, ma che complessivamente portano, obolo su obolo, migliaia di euro per chi intasca la mazzetta.
Franco Scaturro inguaia così decine marittimi che adesso sono anche loro indagati, insieme ad altre persone, nell’indagine della guardia di Finanza.
Inchiesta che è arrivata ad un punto di svolta, nelle scorse settimane, con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini.
Le accuse a Scaturro - Medico, giornalista, uomo di sport, per certi versi anche impegnato in politica, è molto conosciuto, a Mazara del Vallo, a Marsala e a Palermo. Scaturro è presidente onorario del Mazara Calcio, a Marsala è stato per anni giornalista a Canale 2, così come in altre testate della provincia, ma è molto noto anche a Palermo.
Tuttavia Scaturro è soprattutto un medico. Ed è stato arrestato per questo circa un anno fa (poi tornato in libertà). Lavora infatti in uno dei tanti posti di potere sconosciuti dai più nel territorio, la cosiddetta "Cassa marittima", cioè l'Ufficio di Sanità Marittima, o SASN (Servizio di assistenza sanitaria ai naviganti) che gestisce l'assistenza sanitaria nel territorio non solo per chi lavora in mare ma anche per chi è impegnato nel trasporto aereo.
Ebbene, è stato pizzicato dalla Guardia di Finanza, che evidentemente lo seguiva da tempo. In qualità di medico in servizio presso il SASN di Trapani (e dunque in veste di pubblico ufficiale) ha emesso un certificato di prolungamento di malattia senza alcuna visita medica nei confronti di un soggetto, A.M.C. Il tutto con un "regalino" di 50 euro. E' quasi inutile spiegare che all'interessato il certificato, falso, magari serviva per continuare a percepire l'indennità di malattia riservata appunto ai marittimi.Franco Scaturro è convenzionato con la Cassa Marittima, a tempo indeterminato, dal 1989, con un rapporto di collaborazione da 56mila euro l'anno. Le visite che effettua sono gratuite, perchè pagate, appunto, dalla cassa di previdenza.
Gli altri episodi - Ma l’inchiesta inevitabilmente si è allargata, perchè i finanzieri hanno scoperto tanti altri episodi. Così nelle scorse settimane sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di 80 persone, marittimi appunto, che avrebbero dato soldi, e non solo, per il rilascio di certificati medici. I marittimi, in particolare, avrebbero dato al medico dai 10 ai 50 euro per un certificato. Alcuni anche stecche di sigarette. I regali sarebbero stati consegnati principalmente a Franco Scaturro, ma anche all’infermiere Gaspare Titone. Mentre i soldi per Scaturro servivano per ottenere certificati, quelli per l’infermiere servivano per accelerare le procedure e anticipare le visite mediche.
Gli altri indagati - Ottanta persone, dicevamo, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. E’ solitamente un atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio. I fatti contestati riguardano,per la maggior parte dei casi, le somme di denaro consegnate per farsi rilasciare da Scaturro certificati di malattia, prolungamento malattia o guarigione senza effettuare visite mediche.
Ecco le persone indagate per aver dato soldi o altri “regali” a Franco Scaturro: Riccobene Giuseppe, Russo Daniele, Torrente Salvatore, Malato Leonardo, Di Vita Salvatore, Fiorino Salvatore, Spano' Gaspare, Basirico' Calogero, Adragna Federico, Coppola Roberto, Lucido Salvatore, Cernigliaro Giuseppe, Bertino Nicolo', Stabile Alberto, Cassaro Pietro, Poliseri Salvatore, Solina Nicolo', Bertino Luciano, Cali' Marco, Giacalone Roberto, Giuliano Alessandro, Tartamella Alessio, Gigante Riccardo, Catania Pietro, Marino Ignazio, Ritondo Giuseppe, Braccino Salvatore, Salone Bartolomeo, Epifania Concetta, Candela Giacomo, Billante Mauro, Arena Manuel , Castiglione Girolamo, Bevilacqua Diego, Rubino Biagio, Spinozzi Aldo, Schifano Calogero, Mineo Giuseppe, Giglio Salvatore, Di Giovanni Giuseppe, Scuderi Rosario, D'amico Alessandro, Sansica Adriano, Castiglione Francesco, Accardo Mario Alessandro, Barraco Giuseppe, Leo Cesare, Mineo Salvatore, Di Genova Piero, Monaco Sabrina, Riccobene Giuseppe, Bica Antonino Giuseppe, Sardina Salvatore, Gianno Pietro, D'amico Giacomo, Castiglione Girolamo, Lombardo Michele, Oddo Angelo, Cardillo Guido, Burgarella Mario, Cammareri Francesco Paolo, Cernigliaro Samuele, Cottone Nicolo', Barraco Francesco, Todaro Natale, Fazio Roberto, Cammarreri Henry, Pollina Nicola, Salone Rosario, Allotta Renato, Violante Antonio, Paladino Antonio, Bevilacqua Paolo, Gigante Salvatore, Basirico' Salvatore.
Questi invece gli indagati per aver corrotto l’infermiere Titone: Piacentino Giuseppe, Maggiore Alberto, Guaiana Gioacchino, Polizzi Tommaso, Colorito Gianfranco.
Ovviamente per tutti vale la presunzione di innocenza.
“Tutti me la portano una stecca” - Era quindi una pratica molto diffusa. La maggior parte lasciva al medico una banconota da 20 o da 50 euro. Ma c’è chi dava anche stecche di sigarette. Gli 80 indagati sono stati “beccati” in un mese di attività di indagine: da fine gennaio a fine Febbraio 2023. In questo mese scarso Scaturro avrebbe ricevuto oltre 2 mila euro per i certificati medici falsi.
Chi dava 10, chi 20, chi 50 euro. Ma chi si presentava con un regalo da poco non era ben visto da Scaturro. Una banconota da 20 euro? Era un'offesa alla sua professionalità... Così ne parla con l'infermiere Titone.
Ma, come dicevamo, c’erano anche le stecche di sigarette, dal valore di circa 50 euro.
Scaturro ci teneva a questi regali. E a chi si presentava a mani vuote glielo faceva pesare. “non ti degni mai… io non ti dico più niente… vergognoso. Non sei stato mai capace di regalarmi una stecca di sigarette che a me mi serve, di bisogno…non ti dico più niente, basta, futtitinne, significa che non me lo merito, non te lo dico più… tutti me la portano una stecca, ogni tanto”.
Una corruzione piccola, ma che funzionava come routine. Oliare il sistema con 20 euro è la cifra del nostro tempo, in cui ci si mette nei guai davvero per poco.