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21/02/2024 06:00:00

Il caso Sangiovanni ed il coraggio di fermarsi

 Sembra che il peso del mercato socialmusic abbia inghiottito anche Sangiovanni. La dichiarazione è su Ig “Non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo" e così cancella i suoi impegni e la tappa al forum di Assago per prendersi un periodo di riposo e per tornare alla normalità, lontano dal frullatore mediatico e dello spettacolo.

Giovane, sensibile e bello, travagliato dalla relazione amorosa, di cui ne descrive la sofferenza, nel crudo video di “Finiscimi", facendosi trainare sanguinante da una donna su un cavallo.

Perché è così che lo stile gotico imperversa sui media, le cui buie immagini, ormai piene di pugnali e sangue, descrivono anche le canzonette più orecchiabili, insieme poi anche la moda del gangster travagliato da una vita fatta di sregolatezze, come nel clip di Geolier. Sembra quasi che il messaggio spettrale della vita alternativa e nascosta, stia poi facendo crollare a turno e in realtà i messaggeri come pedine, la cui immagine esposta pare discostarsi dall'animo vero del cantante-poeta e delicato, descritto anche dalla musica in cui emerge il diverso. Il riconoscibile, ormai, sembra essere quasi smarrito nel noire del gotik style del momento, che descrive una gioventù comunemente annegata nel travaglio, incastrata nei social e confusa dal passaggio fra le quartine di una canzone e la vendita di prodotti. L'apparente messaggio sembra essere che i cantanti di oggi, dopo un po', non ce la facciano più a reggere il furto d'immagine acquistato dal contratto e che ad un certo punto abbiano l'esigenza di ritrovare sé stessi e la normalità della loro quotidianità perduta, sentendo il bisogno di una semplicità da recuperare. Proprio come quella che ti fa sedere a tavola con gli amici e che ti permette di mangiare due spaghetti al pomodoro fatti dalla mamma. Piatti, oggi, troppo spesso sostituiti dall'obbligo di mangiare o bere i prodotti che i contratti comprendono e di vestire i vestiti che gli staylist impongono, perché ormai i musicisti sembrano non essere più in grado neanche di vestirsi da soli, ma manichini addobbati dall' assistant di turno, che compra per loro, non solo prima dello show, ma anche nel quotidiano instagrammabile. Un po' come avveniva per la Regina Maria Antonietta a palazzo od anche per qualche star con grande presenza scenica, ma dobbiamo ricordare che questi non erano e non possono essere personaggi tanti e comuni, all'ordine del giorno, come oggi vuole il mercato. Perché quei ruoli sono per pochi, oppure bisogna nascerci, perché un’ identità non può perdersi da un certo punto della vita in poi, soprattutto se giovane, senza creare danno e senza chiedere il ritorno alle radici e al vero Sé, per non disintegrarsi. Un tempo era diverso, sembrava che la musica o lo spettacolo aspettassero una determinata età, che poteva rappresentare una sorta di maturità, che potesse permettere all'artista di reggere il ritmo ed anche le eventuali ansie da palco, da goal, ma anche da autogol e di conseguenza anche le cadute per sostituzione. “Non so spiegarlo in generale, ma abbiamo bisogno di aiuto da chi è più grande. Io ho vent'anni, ditemelo voi che direzione devo prendere", così Sangiovanni risponde confuso alla domanda posta in sala stampa dai giornalisti su cosa, secondo lui, stia accadendo ai giovani. Ma cosa pretendiamo che possa rispondere un giovane che sta per crollare? Infatti sembra essere questo un tema portante del palco di Sanremo 2024 “il malessere dei giovani che crollano”. Un Sanremo che sta creando più polemiche dopo che durante.

Ma è così vero o è un messaggio distorto che riguarda solo una parte della società adolescenziale? Non possiamo negare che molti giovani, e non solo, stiano male e che spesso non vengano concessi gli strumenti adeguati alla comunità psicologica per poter intervenire oggi in modo adeguato anche sulla prevenzione, ma non si può pensare di raccogliere solo i cocci, dopo che si sia dato libero sfogo alla divulgazione di continuo materiale confuso, superficiale o noire a sfondo depressivo, veicolato da immagini cruenti che non sono più la caratteristica solo di alcuni film, ma che oggi si tessono drammaticamente persino con le note allegre di alcune canzoni.

Questo, unito al dramma di alcune vite e alla complessità del momento storico potrebbe creare una fragilità difficile da contenere e che talvolta potrebbe sfociare in comportamenti aggressivi e antisociali. Per fortuna, però, non è così per tutti, infatti vi è una grande fetta di popolazione giovane che vive anche di altri nutrimenti e non solo di gratificazione di falsi Sé e falsi idoli che poi si sfaldano, ma che sono educati in contesti che mirano allo sviluppo delle caratteristiche individuali come potenzialità, con il fine ultimo di mirare ad una crescita sana e ad una solidità del Sé, perché è un Sé solido che può reggere alle difficoltà della vita.

Quindi ben venga il ritiro, forse temporaneo, di Sangiovanni, come esempio, perché quando una strada non è sentita come propria, credo sia giusto fermarsi, dandosi la possibilità di farsi delle domande ed il tempo giusto di risposta, soprattutto quando quello delle tappe è stato bruciato.

L'importante è che ci sia poi un reale cambiamento consapevole e che anche questo turnover di ritiri continui non diventi una nuova operazione di marketing, perché allora sì che il messaggio diverrebbe pericoloso.

Dott.ssa Anna Maria Tranchida

Psicologo e psicoterapeuta



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