Seviziati e torturati per ore, prima di essere uccisi. Kevin si è difeso in tutti i modi, anche prendendo a morsi chi lo stava torturando. Sui corpi dei due fratelli segni di bruciature. La madre torturata davanti ai figli.
E' quanto successo alle tre vittime del massacro di Altavilla, e confermato sia dalle autopsie sui due fratelli che dai racconti della ragazza di 17 anni scampata al massacro e in carcere perchè avrebbe assistito alle torture.
Gli esami autoptici sui resti di Antonella Salamone e sui corpi dei figli Emanuel, di 5 anni, e Kevin di 16, seviziati e uccisi nella loro casa di Altavilla hanno confermato quanto era già stato evidenziato dal medico legale: i due fratelli sono stati seviziati e torturati. Sui corpi i segni evidenti di bruciature e maltrattamenti di ogni genere ammessi anche dalla 17enne che ha confessato di avere partecipato attivamente alla strage. Per quanto riguarda i resti della mamma si dovranno attendere l'esame del dna e tutta una serie di indagini sulle ossa trovate seppellite e bruciate.
Per stabilire le cause esatte della morte (si è sempre parlato di strangolamento o soffocamento ndr.) saranno necessari esami più approfonditi. I termini per presentare la relazione definita sono di 90 giorni.
Chi era entrato per primo in quella casa aveva parlato di orrore puro. Una visione sconvolgente confermata dalle parole del procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio nel corso della conferenza stampa: "in tanti anni di carriera non ho mai visto nulla di più orribile".
Il racconto della ragazza.
La ragazza, dopo avere chiesto di poter vedere il padre, ha cominciato a parlare lasciando senza fiato i magistrati del tribunale dei minorenni. Le sue dichiarazioni, in cui confessa di avere partecipato attivamente al massacro, sono una galleria interminabile di violenze e torture. Tutte riscontrate dai periti dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.
«Mia madre è morta recentemente, credo la settimana scorsa. È stata torturata con il phon, con la padella e con la pinza per il camino ed io ho assistito. Eravamo in cucina, mia madre era a terra con il volto in giù, ed erano presenti anche Sabrina, Massimo, Kevin e mio padre. La torturavano a turno, sia Sabrina che Massimo. Le passavano l’asciugacapelli con la massima temperatura in un punto del corpo, con la padella la colpivano sulla schiena. Hanno anche riscaldato la pinza per il camino con il fuoco e gliela hanno messa addosso. Mio padre guardava, io e Kevin eravamo in piedi e ci scambiavamo sguardi, capendo che la cosa non fosse normale».
«Io infatti ho detto a Kevin che volevo andarmene di casa. - prosegue - Mia madre mi diceva di chiamare i carabinieri, ma io per paura di essere torturata non l’ho fatto. Mentre la torturavano le dicevano che era un demone. Questo fatto è avvenuto qualche giorno fa. Mia madre è morta il 9 febbraio. Sabrina e Massimo mi hanno detto che ha avuto un infarto, mentre si trovava distesa a terra in cucina».
«La tortura che ho raccontato è stata qualche giorno prima, credo il giorno prima. - spiega - Volevano farla cremare, l’hanno messa su delle tavole di legno e l’hanno portata nella parte sopra la mia casa, un terreno in salita, e l’hanno seppellita lì, precisamente vicino ad una cascina. Hanno scavato la buca con piccone e pala, mio padre li aveva perché ogni tanto scavava buche. La buca l’hanno scavata mio padre e Kevin, e sempre loro l’hanno messa nella buca. Sabrina e Massimo guardavano, e dicevano di portare li tutte le cose di mia madre e metterle nel pozzo. Erano ad esempio tazze da collezione, attrezzi da cucina che dicevano fossero maledetti, alcune bomboniere. Poi hanno coperto e dato fuoco a tutto, compresa mia madre». Questo è avvenuto venerdì, mattina, tempo di fare tutto si è fatto venerdì pomeriggio».
«La notte tra venerdì e sabato in casa hanno dormito Massimo e Sabrina, io, i miei fratelli e mio padre. Manuel però non era in condizioni da poter essere definito vivo. Questo però già da prima di venerdì. Era nero e con il sangue in faccia. Ho assistito infatti anche alle torture fatte a Manuel, lo torturavano con l’asciugacapelli, gli avevano dato il caffè amaro con una siringa per farlo vomitare. Le tortura verso Manuel erano finalizzate a liberarlo dai demoni. Loro dicevano di non vedere un bambino di 5 anni ma un demone», continua nella drammatica confessione la minore arrestata per la strage in famiglia.
«In tutte e tre le occasioni in cui hanno torturato sia mia madre che Manuel, io ho assistito - prosegue nel suo racconto - Io non sono mai stata torturata, Kevin solo sabato. Negli ultimi giorni, dopo la morte di mia madre, Sabrina e Massimo sono venuti a dormire da noi. Massimo diceva di avere mal di testa come detto per colpa dei demoni, ha accusato mio fratello Kevin dicendo che era lui. Sabrina intanto mi chiedeva di riportare in vita Manuel, ed ha accusato anche me di essere un demone. Mio fratello a quel punto è stato picchiato da Massimo e Sabrina, poi lo hanno legato con una catena piena di ruggine, cavi e fili e lo hanno messo per terra con la testa su un cuscino accanto al camino». «Mio padre era con loro e nel mentre bloccava Kevin mentre Sabrina e Massimo lo legavano. Io ho assistito a tutto, poi me ne stavo andando ed hanno iniziato a dire che se facevo così non ero una figlia di Dio. Io ero distrutta, non ho fatto niente. Sono stato costretta ad assistere a tutta la scena. Dopo tutte queste cose, mi hanno messo una benda sugli occhi».
All’inizio era stato a guardare mentre infierivano sulla mamma, Antonella Salamone, anzi aveva aiutato il padre a seppellirla in una buca. Poi gli sguardi dei cosiddetti «fratelli di Dio» si erano rivolti contro di lui e lo avevano torturato. Ma Kevin Barreca aveva lottato come un leone per sottrarsi alla furia: a raccontarlo agli investigatori è proprio Sabrina Fina che, assieme a Massimo Carandente, erano nella villetta degli orrori per «liberare dal maligno» la famiglia di Altavilla Milicia.
In particolare il sedicenne si era difeso diventando particolarmente aggressivo, tanto che era stato necessario legarlo mani e piedi: la donna, infatti, aveva ricevuto un morso alla caviglia da parte del ragazzo che aveva tirato anche un quadro al marito, colpendolo al collo. Per questo motivo lo avevano legato e immobilizzato: «Il padre - si legge nell’ordinanza che ha portato in cella lo stesso Giovanni Barreca con i due farneticanti predicatori - lo aveva bloccato mentre Sabrina e Massimo lo legavano con una catena piena di ruggine, cavi e fili».