Cimitero di Trapani: i morti spostati, i resti nel sottoscala. “Devastati dal dolore. Ci hanno violentato”
“Stiamo malissimo, ci hanno procurato un dolore enorme. Ci hanno deturpato l'anima, ci hanno proprio violentato perché è una violenza psicologica arrivare al cimitero dove tu sai che ci sono i tuoi genitori e non ritrovarli più, è un dolore incommensurabile. Un affronto subito per l'incompetenza, perché siamo sicuri che è stata un'incompetenza degli uffici del comune del cimitero!”.
Questo provano Giusi, Bartolo e Maria, che non sanno più dove portare i fiori.
Il loro papà e la loro mamma sono stati estumulati per un disservizio, nonostante abbiano pagato regolarmente la concessione.
Una storia che ha dell’incredibile, considerando che le salme sono state poi restituite in un sacco con su scritto il cognome “in quelle che (la direzione del cimitero) chiama ossaio pubblico, ma che, secondo me – racconta la signora Giusi Oddo – di ossaio non ha nulla. E’ un sottoscala di un colombaio a due piani dove ci sono diversi sacchi lasciati là dentro, in attesa di qualche parente che non ha pagato o che è fuori all’estero e non ha avuto l’accortezza di essersi informato. Cosa che noi non abbiamo fatto – continua-. Perché noi abbiamo fatto tutto per tempo e in regola”. Gli occhi lucidi e la voce tremante, la signora Giusi chiede giustizia. Ha denunciato tutti e ha chiesto l’esame del dna. Lei e i suoi fratelli vogliono essere certi che non siano i resti di un altro povero estinto.
La signora Giusi non se ne fa una ragione.
Era stata avvisata per telefono che il rinnovo della concessione doveva essere ripagato.
“E se non avessi risposto alla telefonata, cosa sarebbe successo?”.
Una situazione surreale, affrontata con dignità e coraggio nonostante lì per lì i fratelli non siano stati creduti in direzione.
Di disservizio e grave errore, parla Peppe La Porta, assessore ai servici Cimiteriali, che ha avviato una indagine interna.
Intanto, la sorella ha accusato un malore ed è stata ricoverata.
COSA E’ ACCADUTO NEI DETTAGLI
Giusi, Bartolo e Maria volevano rispettare la volontà della mamma di stare insieme al marito per sempre, anche dopo la morte.
Per 30 anni ci sono riusciti e mai avrebbero immaginato di ritrovare i genitori in un sacco di plastica, con l’etichetta del cognome della madre.
È successo, invece, venerdì 16 febbraio, quando Giusi con il figlio è andata a omaggiarla nell’anniversario della sua morte.
“Mi sono recata al cimitero per portare dei fiori a mamma e, arrivando davanti al loculo, vedo che era vuoto - racconta Giusi Oddo, vittima insieme alla sorella e al fratello di questa spiacevole situazione -. Non c'era più la lapide e non c'era né mia madre né mio padre, considerato che all'interno del loculo riposavano entrambi. Vado subito a chiedere informazioni su cosa sia successo e non mi credono, dicendomi che mi sbagliavo, ma ho risposto che erano lì da 30 anni. Quindi, controllano la pratica e vedono che era tutto in regola e mi dicono che era impossibile fosse avvenuta l’estumulazione. Dopo tante discussioni con il direttore del cimitero, alla presenza dell’assessore e con gli impiegati addetti, si rendono conto che tutta la nostra pratica era in ordine e che il bonifico era stato fatto nei tempi previsti dalla legge, ma, al contempo, hanno fatto ugualmente l’estumulazione di mio padre e di mia madre”.
Il bonifico è stato eseguito il 2 febbraio, giorno nel quale doveva avvenire l’estumulazione, ma agli uffici cimiteriali non avrebbero ricevuto la comunicazione per depennare il nome della donna, la signora Lo Bue, dall’elenco dell’estumulazioni.
“Poi siamo riusciti a trovare il sacchetto dove erano gli ultimi resti di mia madre – continua Giusi Oddo – e, presumo, siano quelli veri, perché a questo punto ne dubito. Chiederò l'esame del Dna, come ho già dichiarato ai carabinieri, perché già sono stati tutti denunciati”.
Trattiene a stento le lacrime la signora Giusi, mentre la sorella Maria per il grande dolore è stata costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale.
“Stiamo malissimo perché ci hanno procurato un dolore enorme. Ci hanno deturpato l'anima a tutti e tre – sussurra con voce tremante Giusi Oddo -. Ci hanno proprio violentati, perché questa è una violenza psicologica”.
“Ho già disposto l’avvio di una indagine interna al fine di verificare eventuali responsabilità – dichiara Peppe La Porta, assessore ai Servizi Cimiteriali del Comune di Trapani -. Quando sono accaduti i fatti ero presente e poi sono andato via. Mi è stato riferito che la signora ha trovato il loculo aperto e vuoto e ho dato disposizioni al dirigente e al segretario comunale di fare una verifica di quanto accaduto. I signori avevano pagato regolarmente quanto dovevano e, quindi, c'è un disservizio perché ho accertato che avevano tutti i documenti in regola, mentre non c'era l’autorizzazione all’uscita del defunto”.
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