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15/02/2024 06:00:00

Un altro passettino nella bonifica del porto di Selinunte, per una somma urgenza del 2023

 Un passettino alla volta. Qualche giorno fa c’è stato il sopralluogo dei tecnici regionali, per capire cosa fare del materiale che intasa il porticciolo di Selinunte (la cosiddetta caratterizzazione del rifiuto). L’intervento da 200 mila euro per la rimozione della posidonia era stato promesso ad un tavolo tecnico della Regione Siciliana nell’aprile del 2023. Nell’ottobre successivo era spuntata la relativa delibera.

Il regime è quello di sempre: “somma urgenza”, anche se il porto è intasato dall’inizio del 2023 e le volte in cui, negli anni, si è riempito di sabbia e posidonia non si contano più. Ma si è sempre fatto così, il ricorso alla “somma urgenza”, che permette di poter fare le assegnazioni dirette senza gara d’appalto, veniva fatto anche quando ad occuparsi delle bonifiche era il comune di Castelvetrano (fino al commissariamento per mafia).

 

E come sempre non sarà un intervento risolutivo, ma una pezza. Lo stesso ingegnere Giancarlo Teresi, dell’assessorato alle Infrastrutture, dice che la soluzione sta nella riprogettazione del porto. L’onorevole regionale Nicola Catania (FdI) auspica un nuovo porto che tenga conto delle correnti marine (in effetti, questo è esposto a scirocco). La deputata Cristina Ciminnisi ha detto che la bonifica tamponerà l’emergenza, ma prima che si accumuli altra posidonia occorrerebbe allungare il molo di sopraflutto, senza aspettare “faraonici progetti di rifacimento di tutto il porto”. Con poca spesa lo si potrebbe proteggere dall’ingresso di sabbia e posidonia.

 

Quest’ultima possibilità sembrerebbe la più sensata. Ma c’è un particolare non da poco: i lavori di illuminazione e di adeguamento dei pontili, hanno riguardato soltanto il molo di terra. Sul molo di sopraflutto non è stato impiantato nessun palo della luce e i pescherecci vengono attraccati in malandate strutture di ferro e legno. E’ come se quel molo non facesse parte del porticciolo. E infatti non ne fa parte: è abusivo.

E forse la “somma urgenza” non basta per modificare un molo abusivo.

 

Egidio Morici