
Trapani, processo alla Iuventa. "Le accuse stanno crollando"
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"Le accuse sono basate su testimoni inattendibili. Il processo contro Iuventa sta crollando". Parlano i legali della Ong, portata alla sbarra a Trapani in un processo singolare con l'accusa di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".
I principali testimoni dell'accusa sono stati convocati per la loro deposizione nell'udienza di sabato 10 febbraio, segnando un momento significativo dopo quasi due anni di udienza preliminare. "L'udienza ha fatto luce sui secondi fini e sui gravi problemi di credibilità di questi testimoni, su cui l'accusa ha costruito tutto il suo caso" scrive la Ong in una nota.
L'esistenza di "testimoni oculari affidabili e attendibili" è stata considerata l'elemento unico e caratterizzante del caso Iuventa e la grande differenza rispetto alle decine di altri casi contro le ONG che si occupano di soccorso in mare, che non sono mai arrivati a processo o sono stati subito abbandonati. Il fatto che questi testimoni oculari fossero ex agenti di polizia che avevano agito per un presunto senso del dovere, avrebbe dovuto aggiungere legittimità al caso. Tuttavia, l'udienza di ieri ha mostrato la situazione in modo molto differente.
"I due testimoni chiave sono stati espulsi dalla polizia a causa di un passato segnato da menzogne, frodi, diffamazione e negligenza professionale - dice sempre la Ong - La loro credibilità era talmente compromessa da rendere impossibile la loro permanenza all'interno dei ranghi della polizia. Nonostante le numerose prove della loro disonestà e del loro comportamento discutibile in passato, l'accusa li ha usati come pretesto per costruire la più grande ed estesa indagine contro le organizzazioni del soccorso civile in mare. Attraverso un'omissione selettiva dei fatti, sono stati trasformati da ex dipendenti caduti in disgrazia in "ex colleghi" apparentemente credibili".
Continuano i legali della Ong: "La Procura di Trapani era pienamente consapevole di questo loro passato fin dall'inizio. La polizia ha messo sotto controllo i loro telefoni per verificare le loro dichiarazioni. Queste registrazioni hanno mostrato chiaramente nelle prime fasi dell'indagine la loro disonestà e i loro secondi fini: uno aspirava a rientrare in Polizia, mentre l'altro mirava a una posizione di prestigio all'interno del partito di estrema destra e razzista Lega Nord. Il fatto che abbiano contattato Matteo Salvini, scambiando con lui informazioni e materiale, rivela le inclinazioni politiche e le motivazioni alla base delle loro accuse e testimonianze".
Nicola Canestrini, avvocato di Iuventa dichiara: "Il controesame dei testimoni dell'accusa, finalmente disposto dal tribunale per verificarne la credibilità, ha confermato l'assoluta mancanza di prove. L'immediata chiusura del procedimento, iniziato 8 anni fa, è l'unica opzione accettabile in uno stato di diritto."
Kathrin Schmidt, imputata dell’equipaggio di Iuventa: "È ridicolo vedere come il sistema giuridico italiano sia diventato un burattino degli interessi politici di loschi personaggi di destra. L'unico risultato equo possibile è che il giudice faccia cadere tutte le accuse nella sua decisione al termine di questa fase preliminare, prevista per l'inizio di marzo".
Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, oltre 10.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale da quando la IUVENTA è stata sequestrata nell'estate del 2017. Inoltre, più di 200.000 persone sono state respinte con violenza in Libia. Ognuna di queste tragedie avrebbe potuto essere evitata e la IUVENTA avesse potuto svolgere un ruolo cruciale nel salvare vite umane - se solo non fosse stata sequestrata.
Le dichiarazioni conclusive di entrambe le parti sono attese per il 28 febbraio e il 2/3 marzo.

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