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08/02/2024 06:00:00

Croce, il manager dell'Asp di Trapani e il suo: "Prima gli italiani"

 "Prima gli italiani". E ancora: "Padroni a casa nostra". Slogan da ultra destra dura e pura quelli del giovane neo manager dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Ferdinando Croce.

Croce è stato nominato dal governo Schifani, in quota Fratelli d'Italia, nell'ambito della spartizione delle poltrone della sanità che ha impegnato il centrodestra per settimane, prima di trovare una quadra.

Lo spot risale a quando Croce era candidato alle Regionali con il movimento di Nello Musumeci, "Diventerà Bellissima". Eccolo.

Al di là dei toni sovranisti dello spot, va anche detta una cosa. Chissà se, in questi anni, Croce avrà cambiato idea. Anche perchè, adesso che è responsabile della sanità pubblica, saprà sicuramente che, in base alla Costituzione, articolo 32, la salute è garantita, nel nostro Paese, agli "individui", al di là se italiani o stranieri. E va aggiunto che la malmessa sanità della provincia di Trapani, al momento, è tenuta a galla proprio da medici extracomunitari che hanno scelto di venire e lavorare in Sicilia Occidentale. Insomma, se valesse il principio "Prima gli italiani", ci sarebbero meno medici ... 

Infine, un ultimo appunto: "Basta con chi specula sulla pelle delle persone" dice Croce in quello spot, con un frasario non molto originale. E su questo siamo d'accordo. Chi specula, però, secondo le ultime indagini della Procura di Trapani, è proprio dentro l'Azienda Sanitaria Provinciale che adesso lui dirige, dato che tra gli arrestati nell'ultima operazione sulla corruzione nella sanità trapanese, è finito il dirigente dell'Asp Antonio Sparaco, che si occupava proprio di gestire le ingenti risorse dei progetti sugli immigrati. Per la cura degli immigrati sono stati destinati, dallo Stato e dall'Europa, ingenti risorse, e la sensazione, a proposito di questa ed altre vicende, che prima di tutto, ad arricchirisi, a fare carriera, a guadagnarne, siano stati, prima, davvero, gli italiani...  

La nomina di Croce è avvenuta un po' a sorpresa. Lui è uno dei giovani rampanti politici della destra siciliana. Da membro del gabinetto dell'allora assessore Ruggero Razza, ai tempi del governo Musumeci, Croce è finito intercettato nell'inchiesta sui numeri "taroccati" circa i contagi e le vittime del Covid in Sicilia. E le sue espressioni non erano certo eleganti. "Ce li scotoliamo" dice parlando dei malati che liberano i posti di terapia intensiva (perchè muoiono). Tanto che il familiare di una vittima del Covid, intervistato da Report, commenta: "La frase che più mi ha scioccato è quella in cui si parla di “scotolarci” le persone dalle terapie intensive. Cioè le terapie intensive diminuivano non perché guarivano ma perché ci “scotoliamo” le persone delle terapie intensiva ..."

Tra l'altro, quell'indagine è partita proprio da Trapani. Il Gip Brignone, commentando questa ed altre intercettazioni (tra cui quella, diventata famosa, dei morti da "spalmare"), parlava di «un modo di fare degli indagati, del tutto dimentichi delle tragedie personali, familiari e collettive che stanno ovviamente dietro quei numeri che avrebbero dovuto essere correttamente accertati e comunicati».