Il Ddl sul ritorno delle province è stato bocciato, 13 franchi tiratori all’interno di una maggioranza, che è in crisi e che non è così compatta come, invece, hanno tenuto a sottolineare fino a poche ore prima dell’arrivo in Aula del Ddl.
Niente ritorno delle province con voto diretto.
Il voto segreto chiesto dalle opposizioni ha messo la pietra tombale, il Ddl è caduto già alla votazione del primo articolo, che prevedeva proprio l’elezione diretta del presidente della Provincia e dei consiglieri.
I voti contrari sono stati 40 e solamente 25 i favorevoli, all’appello mancano proprio i voti dei deputati di maggioranza. Un affondo questo che ha tracciato la strada di una profonda crisi all’interno del centrodestra regionale, alla bocciatura il governatore Renato Schifani, presente in Aula, si è allontanato. La lunga chiacchierata tra il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e Schifani non ha prodotto l’equilibrio sperato, adesso c’è da ricompattare una maggioranza che è andata in tilt e che è solo di facciata. Eppure fino a qualche ora prima dell’avvio dei lavori il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza, aveva assicurato lealtà e intesa sul ritorno delle Province, riforma voluta soprattutto da Forza Italia e dalla Dc di Totò Cuffaro.
Nessun angolo smussato allora nonostante le rassicurazioni, i franchi tiratori ci sono stati e hanno affossato il Ddl, hanno evidentemente pareggiato i conti dopo la bocciatura della salva ineleggibili.
Nicola Catania dopo il voto contrario ha espresso il suo rammarico:“Questo voto è una sconfitta della politica nei confronti del territorio. Per 12 anni sono mancate le manutenzioni delle scuole e delle strade, questo atteggiamento distrugge e non crea migliori condizioni per le nostre comunità”.
“Lo schiaffone a Schifani sulle Province si è sentito fino a Roma e non può non avere conseguenze. Questo governo deve andare a casa”.
Lo ha affermato in aula il capogruppo del M5S all'Ars, Antonio De Luca, appena dopo la netta bocciatura dell'articolo 1 della legge sulle Province che decreta la bocciatura dell'intero apparato normativo.
“Si tratta – ha affermato Antonio De Luca – di un risultato anche più clamoroso di quello che immaginavo, anche se avevo sottolineato che questo ddl non era condiviso nemmeno dalla sua maggioranza, ma Schifani ha avuto l'arroganza di presentarsi in aula e prendere in diretta questa sonora batosta sulla legge che porta la sua firma. Ora tragga le dovute conseguenze e si dimetta, anche perché questa è l'ennesima dimostrazione che questo governo non ha più maggioranza né in aula né fuori da essa”.
E anche a Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, non convinceva la norma così come è stata scritta: “Siamo favorevoli alle elezioni dirette degli organi politici delle Province ma al momento, così come è stata impostata la norma, appare chiaro che questo governo sta preparando uno stipendificio per compensare equilibri e completare la spartizione che riguarda vari ambiti”.
"Il voto di oggi all'Ars era una morte annunciata. Adesso bisogna pensare alle elezioni di secondo livello nelle Province. la maggioranza è rimasta vittima delle sue stesse forzature". A dirlo è stato il deputato del Pd all'Ars, Nello Dipasquale, intervenendo a Sala d'Ercole dopo il voto sul ddl Province. Dipasquale ha poi aggiunto una considerazione sul voto segreto: "Uno strumento di democrazia che difenderemo".
"I siciliani hanno perso oggi una grande opportunità per ridare dignità e rappresentanza istituzionale all'ex province, che ormai da anni, dopo una scelta scellerata del governo Crocetta, versano in stato di gravissima crisi in termini di servizi per i cittadini e i territori.
Non può che dispiacere che una norma di alto valore istituzionale sia stata bocciata, trincerandosi dietro scuse false come quella che si sarebbe trattato di una mossa pre-elettorale.
Ad essere uscita oggi sconfitta da Sala d'Ercole è la democrazia e la rappresentanza democratica dei siciliani, che dovranno continuare a subire i danni della cancellazione degli Enti di area vasta."
Lo dichiara Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all'Assemblea Regionale Siciliana.
"Lo stop imposto al cammino parlamentare della legge sulle province rappresenta una sconfitta per i territori e le comunità che da anni subiscono incredibili carenze e disservizi; questo stop è un duro colpo ai processi di partecipazione democratica che nelle elezioni hanno il loro punto più alto.
Il gruppo parlamentare di Forza Italia all'assemblea regionale siciliana oggi ha votato in modo compatto e unito per proseguire il dibattito sulla proposta di legge riguardante le province.
Questo perché questo disegno di legge era parte integrante, e resta parte integrante del programma del governo presieduto da Renato Schifani e condiviso con l'intera coalizione."
Lo dichiara Marcello Caruso, Coordinatore regionale di Forza Italia.