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31/01/2024 10:11:00

E' un altoatesino che ha residenza a Montecarlo: perchè in Sicilia dovremmo tifare per Sinner?

E' un altoatesino, che ha residenza fiscale a Montecalo, nel Principato di Monaco, per non pagare le tasse in Italia: perchè un siciliano dovrebbe fare il tifo per Jannik Sinner? E' la domanda che in molti si fanno in queste ore.

Come l'europarlamentare di Alcamo, Ignazio Corrao: Jannik Sinner (che si pronuncia in tedesco, la sua lingua madre, “Zinae”) è originariamente altoatesino ma oggi orgogliosamente monegasco, residente fiscale a Montecarlo, Principato di Monaco. Perché un siciliano, un sardo, un campano o un laziale, dovrebbe festeggiare le sue magistrali vittorie sportive adducendo motivi pseudo-nazionalistici se l’altoatesino “Zinae” si sottrae di contribuire ai servizi pubblici italiani? Se fossi in Meloni o in Mattarella, che si prestano al teatrino dell’ipocrita orgoglio nazionale, chiederei a lui e a quelli come lui, di spostare la residenza fiscale in Italia".

Jannik Sinner è cittadino italiano alla nascita, originario di San Candido (Bolzano, in Val Pusteria) ma la residenza del campione degli Australian Open 2024 è all'estero. A Montecarlo, per la precisione. È (anche) lì che ha scelto di mettere radici da 3 anni a questa parte. Perché? L'ha definita una scelta professionale e non certo una questione di vil denaro. "Ci sono tutti i giocatori più forti, i campi sono sempre a disposizione. È sicuramente il posto migliore per allenarmi e crescere", ha raccontato di recente.

Ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera che Sinner per il fatto che “non contribuisca alla sanità, alla scuola, alla sicurezza, alle molte esigenze della comunità nazionale che rappresenta, dovrebbe farci dubitare non tanto di Sinner, quanto di noi stessi“. Mentre  il collega Massimo Gramellini ha scritto in modo più blando: “Sinner in un altrove esentasse ha messo la residenza, è vero, come tanti del suo lignaggio e con il suo ingaggio. Non sono il suo commercialista, ma se riportasse la residenza in Italia, diventerebbe definitivamente il mio tipo preferito di italiano“.