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28/01/2024 06:00:00

Sanità: per le nomine in Sicilia si litiga fino all'ultimo

 Tempo di manager della Sanità e tempo di malumori nel centrodestra, Totò Cuffaro leader della Nuova DC ha proposto il sorteggio delle Asp da governare per i manager che verranno indicati.

Contro Cuffaro una schiera di deputati regionali di centrodestra, buoni i rapporti invece con il presidente della Regione, Renato Schifani.

A rassicurare la politica delle opposizioni ci pensa il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: “La Regione Sicilia comunica che, sull'imminente nomina dei Direttori generali delle aziende e degli enti del S.S.R., i relativi incarichi saranno conferiti nel rispetto delle procedure previste”.
Su queste nomine, che dovranno avvenire entro il 31 gennaio, pesano già eventuali ricorsi degli idonei che fanno parte della seconda lista. Ultimi giorni di incontri portati avanti per evitare che proprio su Agrigento si apra la baruffa, l’ASP è contesa dai cuffariani, che propongono Roberto Colletti, ma trovano la strada sbarrata dai forzisti Margherita La Rocca Ruvolo e Riccardo Gallo. Si litiga anche all’interno della Lega, i due partiti sono federati ma lo scontro si è consumato tra Luca Sammartino e Annalisa Tardino, anche lì in ballo ci sono le nomine ASP.
Nervi tesi anche per la norma salva ineleggibili, che porterebbe alla permanenza all’ARS di Nicola Catania, eletto in Fratelli d’Italia, e di altri deputai su cui pende il ricorso. A febbraio si attende la sentenza di pronuncia avverso il ricorso presentato dal primo dei non eletti, Giuseppe Bica. In molti ne indicano il passaggio alla Lega ma è lo stesso Bica a smentire e a togliersi qualche sassolino contro il suo stesso partito: “Non posso dire che il loro sia un atteggiamento corretto nei miei confronti. Non è una questione politica ma tecnico-giuridica. La politica qui dovrebbe fare un passo indietro. Considero questo ddl il frutto di una maniera scorretta di procedere imperniata di atteggiamento sprezzante”.
L’ex sindaco di Custonaci non ha mezze misure: “Questa è una legge ad personam che per poco non spaccava la maggioranza e che non guarda agli uomini e alla loro storia. Se esistono delle regole qualcuno deve farle rispettare, altrimenti il gruppo FdI si prenda la responsabilità di proporre una legge che tolga tutte le regole e consenta a tutti, anche ai sindaci delle grandi città e ai direttori generali delle Asp di candidarsi”.