Il quotidiano La Repubblica, nei giorni scorsi, in relazione alle privatizzazioni, ha titolato con un'iperbole, sostenendo che la nazione sia all'asta. L'intenzione del governo è dichiarata da Meloni: "Come già scritto nella Nadef, si sta lavorando a un piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato, dalle quali sono attesi proventi pari a circa 20 miliardi in tre anni. È un obiettivo ambizioso ma alla nostra portata. Queste operazioni non devono avere come unico scopo quello di fare cassa per ridurre il debito pubblico, ma devono essere considerate un fattore di sviluppo della politica industriale italiana. Si tratta di ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla negli asset strategici."
Sarebbero interessate quote delle aziende di Stato: Eni, Poste, Mps, Ferrovie. Le risorse servono per far fronte al calo del Pil e ai tagli delle tasse. Le dismissioni significano "la possibilità di ridurre quote che non compromettono il controllo pubblico, la possibilità di far entrare privati in quote minoritarie in società a totale controllo pubblico e garantire una presenza dello Stato dove oggi non c’è, anche in forma azionaria, per affiancare i poteri regolatori e di golden power che sono già previsti."
Per l'esecutivo, le privatizzazioni sono uno strumento di "politica industriale." Nel frattempo, il vice e ministro delle Infrastrutture Salvini, dopo una retromarcia - sì, perché nel 2023 aveva stanziato 13 milioni di euro allo scopo di "migliorare la sicurezza stradale dei pedoni" attraverso "azioni di moderazione del traffico con l’implementazione di zone 30" e "isole ambientali" - ha emesso una direttiva che boccia il provvedimento del sindaco Lepore 'Bologna 30' -chilometri orari - perché "arbitrario," generalizzato e non favorisce davvero la sicurezza stradale, non rispetta il diritto alla mobilità dei cittadini.
A proposito, a Palermo si ricorda che da Trapani a Siracusa - 364,5 km - si impiega mediamente 16 ore e 20 minuti, ossia si viaggia a 22 km/h. Il reddito di un siciliano è inferiore del 24,5% rispetto alla media nazionale. Per la migrazione sanitaria, sono quasi un milione le persone che dal sud si recano al nord, trasferendo 4,3 miliardi di euro all'anno. Nella speranza che l'autonomia differenziata individui per ciascuna materia - salute, istruzione, assistenza sociale, trasporti - i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come stabilito dalla Costituzione. Altrimenti in Italia sono in vendita diritti e giustizia sociale, e viaggeremo abbondantemente sotto i trenta chilometri all'ora.