Solo due dei dodici indagati nell’inchiesta di Procura e Guardia di finanza di Marsala su un giro di scommesse on line “illegali” che secondo l’accusa ammonterebbe a ben 23 milioni di euro hanno deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere negli interrogatori di garanzia davanti al gip Sara Quittino.
Sono i coniugi marsalesi Giovanni Marchese, di 40 anni, e Marica Genco, di 38. I due, entrambi difesi dall’avvocato Tommaso Picciotto, gestiscono un centro scommesse on line a Strasatti.
Entrambi hanno cercato di difendersi come hanno potuto. Ufficialmente è lei la titolare del centro scommesse, anche a se, a quanto pare, sarebbe soprattutto lui a gestire l’attività.
Marchese è una delle quattro persone poste agli arresti domiciliari. Le altre tre sono Carlo Napoli, 66 anni, di Erice, uno dei personaggi principali sui quali ruota l’inchiesta delle Fiamme Gialle, Giuseppe Granata, anche lui di 66 anni, nato a Polizzi Generosa (Pa), ma residente a Favignana e domiciliato a Trapani, e Luigi Cascio, 62 anni, trapanese. La misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza è stata, invece, disposta per Antonino Danilo Angileri, 54 anni, di Petrosino, e per Filippo Gallina, di 46, di Bisacquino (Pa). Misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare la loro professione di tecnici informatici/programmatori per i pacecoti Salvatore Marino, di 48 anni, e Michelangelo Tilotta, di 42. Interdizione di 12 mesi per Marino e di 8 mesi per Tilotta. Per Marica Genco, infine, la misura cautelare personale interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali per 12 mesi. Gli altri indagati sono M.C., di 64 anni, di Erice, G.N., di 65, di Erice, e S.S.S., di 51, di Marsala.
Tra i legali, impegnati nella difesa, oltre a Tommaso Picciotto, anche Vito Daniele Cimiotta, Luigi Montagliani, Donatella Buscaino, Massimiliano Sammartano, Giuseppe Scarcella, Giuseppe De Luca e Carlo Ferreri.
Secondo gli investigatori, il giro delle giocate illecite raccolte da due distinte associazioni per delinquere dedite, a Marsala, alle scommesse sportive clandestine, con raccolta di denaro anche all'estero, ammonterebbe come detto a 23 milioni di euro, mentre i beni immobili, mobili e le quote sociali sequestrati ammontano a circa 2 milioni e 600 mila euro.
Il sequestro, finalizzato alla confisca di un importo pari al giro delle scommesse, è stato emesso dal gip del Tribunale di Marsala Sara Quittino su richiesta della locale Procura. Al centro dell'inchiesta un'indagine di militari della compagnia della Guardia di Finanza di Marsala un presunto sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine, con giocate da parte di oltre mille scommettitori, alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia. L’indagine è scattata a seguito di una denuncia. I finanzieri hanno, quindi, posto particolare attenzione su alcuni conti gioco regolarmente accesi da una coppia di coniugi (Marchese-Genco) che, ricostruiscono le Fiamme gialle, "risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle scommesse giocate rispetto alla loro capacità economica".
I due, è la tesi dell'accusa, sarebbero risultati "inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra scommettitori e i siti sui quali i privati avevano dei conti gioco, permettendo loro di rimanere anonimi; l'altro, invece, nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti esteri, sprovvisti delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia. Una volta fatta la giocata in contanti, agli scommettitori veniva rilasciata una ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l'eventuale liquidazione della vincita. Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli altri soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell'illecita attività. A casa della coppia marsalese indagata con l’ipotesi di aver creato due organizzazioni criminali che gestivano scommesse sportive clandestine, la Finanza ha trovato 85mila euro in contanti. L'inchiesta è stata coordinata dal pm Roberto Piscitello. Il volume d’affari calcolato dagli investigatori la dice lunga sulla gravità di un fenomeno, quello delle scommesse, che spesso, per molti, è una vera “dipendenza” patologica che li porta a dilapidare anche somme ingenti.