Amichettismo."L'Italia è una nazione dove vige l'amichettismo", ovvero "esistono dei circoli di amichettisti che ha un indotto, ci sono circoli dove ti vai ad iscrivere, è finito il tempo che per arrivare da qualche parte devi avere una tessera di partito[...], avviso ai naviganti, il mondo che nelle nomine pubbliche avere la tessera del Pd fa punteggio è finito, ci vanno le persone che hanno un merito indipendentemente dalla tessera", lo ha affermato in un'intervista la presidente del Consiglio dei ministri Meloni.
Non esistendo il termine nella lingua italiana si è pensato fosse un neologismo, poi si è scoperto che lo scrittore Fulvio Abbate ha scritto un pamphlet, omonimo, che ne spiega il concetto, si riporta l'incipit: L’amichettismo ha lo spessore culturale e politico di
un’emoticon accompagnato da un cuoricino, come fosse un sospiro.
L’amichettismo racconta un insieme chiuso di relazioni. Per lo più interessate. Un progetto d’ambizione decisamente professionale, l’affetto appare secondario. Così aderisce alle ragioni e alla prassi del liberismo, sebbene dichiari di collocare il proprio umano presidio esclusivo "a sinistra". La Meloni ha ragione, la pratica è diffusa, ciò che omette, mutuando l'idea dello storico e sociologo Revelli, a tal proposito, ossia: "La tragedia in questo paese è che nessuno è innocente". Si perché i figli di Tajani e Giorgetti sono in Federcalcio, quello di La Russa nel consiglio d'amministrazione del teatro piccolo di Milano.
Il cognato di Giorgia, Lollobrigida ha sicuramente un merito fornisce materiale alla satira, ma questo è familismo. Amichettista, citando la premier, è il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi, il ministro Sangiuliano, Donzelli oppure Pozzolo, tutti nominati.
Ma Giorgia Meloni lo ha detto: "Finito l'amichettismo, adesso le do io le carte". Si chiosa: Amicus Plato, sed magis amica veritas. Dove la verità è il merito tanto decantato.
Vittorio Alfieri