Prime battute, in Tribunale, a Marsala, per il processo al dottor Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara rinviato a giudizio dal gup di Palermo Elisabetta Stampacchia per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati a nome di “Bonafede Andrea” per consentire all’allora latitante Matteo Messina Denaro di potersi curare.
Pubblico ministero nel processo è il sostituto della Dda Gianluca De Leo, mentre a difendere Tumbarello sono gli avvocati Giuseppe Pantaleo e Gioacchino Sbacchi. Ad inizio udienza, hanno ribadito la richiesta di costituirsi parte civile l’Ordine dei medici della provincia di Trapani, l’associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, entrambi rappresentati dall’avvocato Giuseppe Novara, l'associazione “Antonino Caponnetto” (l’avvocato Alfredo Galasso è stato rappresentato dalla collega Mariella Martinciglio), i comuni di Campobello di Mazara (legale Katya Ziletti) e di Castelvetrano (legale Francesco Vasile).
E’ la prima volta che l’Ordine dei medici di Trapani si costituisce contro un proprio iscritto. La difesa, però, come già fatto, senza successo, nell’udienza preliminare, si è opposta a quasi tutte le richieste di costituzione di parte civile (tranne che per il comune di Campobello di Mazara). “Ad eccezione del Comune di Campobello di Mazara – ha sostenuto l’avvocato Sbacchi – non sono persone offese, ma soggetti danneggiati dal reato che avrebbero dovuto costituirsi parte civile sulla base di una diversa normativa”. Questioni formali, insomma. A Sbacchi ha ribattuto l’avvocato Novara, affermando che le due associazioni che rappresenta “hanno chiesto di costituirsi parte civile proprio come soggetti danneggiati”. Alle argomentazioni di Sbacchi hanno, poi, replicato anche le avvocatesse Giletti (a nome del collega Vasile) e Martinciglio. Quest’ultima citando, in proposito, una pronuncia della Cassazione a sezioni unite. Sull’eccezione difensiva il Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Vito Marcello Saladino, giudici a latere Francesca Maniscalchi e Andrea Agate) deciderà il 12 febbraio, dopo avere acquisito l’ordinanza della giudice Stampacchia che aveva respinto l’eccezione. Poi, nelle successive udienze, si comincerà ad ascoltare chi ha fatto le indagini. Tumbarello, presente in aula, è stato arrestato lo scorso 7 febbraio con l’accusa di avere avuto un ruolo determinante nella latitanza del boss Matteo Messina Denaro. “Le cure assicurate personalmente da Tumbarello – ha scritto il gup Montalto nell’ordinanza con cui, in febbraio, dispose la custodia cautelare - hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l'associazione mafiosa”. Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura del cancro di Messina Denaro, intestate però al prestanome dell'identità al boss, il geometra Andrea Bonafede, nato nel 1963 e omonimo di un cugino nato nel 1968 e anche lui arrestato. Secondo l’accusa, il medico avrebbe visitato personalmente Matteo Messina Denaro e sarebbe stato consapevole della sua identità. Messina Denaro, come si ricorderà, è stato arrestato nel gennaio dello scorso anno proprio mentre era in una clinica di Palermo (“La Maddalena”, centro d’eccellenza per i tumori) dove si curava per la malattia che poi l’ha portato alla morte.