Il giorno della memoria. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata arrivarono per prime presso la città polacca di O?wi?cim -in tedesco Auschwitz-, scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti. Agli occhi del mondo apparse l'abominio dei lager nazisti, che avevano l'intento di eliminare i soggetti impuri che erano per la follia nazifascista: gli ebrei d'Europa, le popolazioni slave, neri europei, prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, religiosi cristiani, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi quali i Testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e persone con disabilità mentali o fisiche.
In quella circostanza fu liberato anche il chimico e partigiano italiano d'origini ebraiche Primo Levi, identificato dai tedeschi con il numero 174517, che ha testimoniato con le sue opere "Se questo è un uomo", la vita nella prigione che privó della dignità le persone in perenne lotta per la sopravvivenza, narrata anche nella poesia omonima: "Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi.Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi".
Al di là delle rituali celebrazioni che sono vitali, a cui si assiste da 18 anni e di cui abbiamo avuto un'anticipazione il 15 gennaio, quando la senatrice a vita, Liliana Segre, deportata nella città polacca ha accompagnato il presidente del Senato La Russa, al binario 21 a Milano, adesso Memoriale della Shoah, ed ha ricordato: "Quando entro al Memoriale della Shoah non sono più la vecchia che sono adesso, sono quella che è entrata qui per essere deportata" quello che ho vissuto "l'ho mai dimenticato". Anche una 'semplice' ma struggente, asciutta, intensa lirica, ci aiuta a rammentare il Giorno della Memoria.
Vittorio Alfieri