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23/01/2024 06:00:00

Il finanziere scomodo / 2: "A Lubrano gli dovrebbero sparare"

Abbiamo iniziato ieri a raccontare la storia di Antonio Lubrano Lavardera, investigatore di punta della Procura di Marsala, a capo della pattuglia dell'ufficio di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, al quale, letteralmente, è stata rovinata la vita. Dopo una serie di inchieste importanti, infatti, è finito indagato, ed ha subito diversi provvedimenti disciplinari, fino alla resa, nel 2020. Qui la prima parte dell'inchiesta. 

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Purtroppo al Luogotenente Antonio Lubrano Lavardera, investigatore a capo della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, all'interno della Procura di Marsala, è toccato spesso occuparsi di suoi colleghi, o di altri appartenenti alle forze dell’ordine, per i reati più diversi: il poliziotto che aveva la casa di riposo dove gli anziani venivano maltrattati, il finanziere che picchiava la moglie , il caso dei Carabinieri violenti di Pantelleria. E ancora, casi di falso e abuso d 'ufficio, concussione, abuso edilizio. Sia chiaro, il lavoro che fanno gli uomini e le donne nel nostro territorio è ottimo. La maggior parte di loro si distingue per impegno e abnegazione. Come in tutte le categorie, però, ci sono le mele marce: coloro che approfittano del ruolo per conseguire un vantaggio, chi si fa corrompere, chi ha la  mano pesante. A Lubrano è toccato occuparsi anche di questi casi. 

E' forse per questo che, in un'intercettazione di un' inchiesta del 2005, si sente una cosa molto strana. L'inchiesta è una delle più dielcate condotte da Lubrano, riguardava un possibile giro di corruzione, a Marsala, nell'ambito della realizzazione di un centro commerciale. C'erano coinvolti diversi politici in città, e ci furono anche arresti eccellenti. Nell’ambito di queste indagini vengono anche ascoltati  dei graduati e degli alti ufficiali della Finanza, che, senza dare notizia alcuna all’Autorità Giudiziaria, addirittura, conducevano, parallelamente a quella disposta dalla Procura, un’indagine autonoma sugli eventi. Lo scopo era quello di  “agevolare” uno degli indagati. Ma in una delle intercettazioni telefoniche effettuate tra un Luogotenente ed un Brigadiere, il primo fa un auspicio: che Lubrano venisse "sparato". 

E si. Lubrano sente due suoi colleghi parlare di lui e dire: "A quello lì gli dovrebbero sparare".

Nel 2015, contro di lui arriva un’altra lettera anonima. L'investigatore è accusato di ogni nefandezza: abusi, anonimi (che capolavoro: un anonimo accusa Lubrano di scrivere lettere anonime… ) e finanche di non pagare l’autolavaggio. E' accusato di “avere in pugno la Procura”, e pure di avere l’epatite (!),  di utilizzare l’auto di servizio per gli affari suoi, di falsificare gli orari di lavoro per lucrare sullo straordinario.

L’esposto viaggia dal Comando provinciale della Guardia di Finanza alla Procura Militare di Napoli, una delle tre rimaste in Italia. La magistratura militare italiana è  quella parte della magistratura  che, ai sensi dell'ordinamento giudiziario militare, ha giurisdizione circa i reati militari commessi dagli appartenenti alle forze armate italiane sia in tempo di pace che di guerra. Ormai è un istituto anacronistico, tanto che da più parti se ne sollecita l'abolizione. 

A Napoli, sulla base della lettera anonima su Lubrano, viene aperto un fascicolo, e, come in una specie di ping pong, il Comandante provinciale della Finanza, a Trapani, viene delegato per le indagini. Gli uomini del nucleo di p.g. di Marsala, da Aprile 2016 in poi, cominciano ad essere pedinati e seguiti dai colleghi finanzieri, i loro telefoni intercettati. Investigatori che indagano su altri investigatori. Le indagini sfociano in tre annotazioni, con tre possibili reati scovati. E che reati.

Il primo caso già dice tutto: è una “falsità ideologica” finalizzata, addirittura, alla “frode sportiva”. Roba che neanche Calciopoli ... Dalle intercettazioni (e dalle interpretazioni di alcuni frasi), emergeva che il Maresciallo Missuto, il braccio destro di Lubrano, a Luglio 2016 aveva accompagnato il figlio a Catania per un torneo di tennis. Fin qui, nulla di male. Dopo, il ragazzino avrebbe avuto un altro torneo importante. Ma cosa ti inventa Missuto, secondo queste indagini? “Il Missuto, atteso che, a suo dire, il figlio aveva ottenuto degli ottimi risultati nel torneo che stava disputando e che la partecipazione a questa ulteriore competizione non ne avrebbe migliorato la posizione nella classifica regionale, decideva di non farlo gareggiare, escogitando di farsi rilasciare un falso certificato medico attestante una qualche patologia che ne potesse così giustificare la mancata partecipazione". A fare da mediatore per il rilascio di questo certificato falso è Lubrano, che contatta un suo amico medico.

La difesa di  Lubrano sostiene che le intercettazioni sono state modificate, per suggestionare il pm. Va detto che i finanzieri ed i familiari, per scovare questa frode, vengono seguiti e pedinati. Si arriva alla citazione diretta a giudizio. Il processo inizia nel 2018. Emerge, dalla trascrizione delle intercettazioni, che davvero il figlio di Missuto stava male, e Missuto e Lubrano venivano assolti a fine 2019 per “insussistenza del fatto loro addebitato” , come scrive il Tribunale.

Ricapitoliamo: l'indagine inizia su impulso della Procura della Repubblica Militare di Napoli, che a seguito di un esposto anonimo aveva delegato la Guardia di Finanza di Trapani ad una serie di investigazioni inerenti la possibile commissione dei reati di peculato e truffa aggravata da parte di alcuni membri della sezione di pg della Guardia di Finanza di Marsala, ovverosia Lubrano Lavadera e Missuto.
Dalle conversazioni intercettate, si era desunto che  Missuto si trovava a Catania per un torneo di tennis disputato dal figlio e che aveva l'esigenza di un certificato medico per il ragazzino, onde giustificare la mancata partecipazione ad un torneo, per cui si era rivolto a Lubrano Lavadera, che aveva un rapporto di amicizia e di conoscenza personale con un medico, per chiedere un certificato. Per i finanzieri la prova regina è il fatto che Missuto neanche era a Marsala, il giorno della falsa visita medica del figlio. Ma in realtà nel processo emerge che le annotazioni investigative sono sbagliate, ed il giorno della visita Missuto era in città. E dalle intercettazioni emerge come davvero il figlio avesse problemi di salute (tra l'altro, proprio il gomito del tennista), solo che ttutte queste cose non erano state incluse nelle carte dell'accusa. Insomma, un'indagine carente, esposta in modo suggestivo. 

Ma già a seguito dell' indagine da parte della Procura di Napoli, Lubrano e Missuto vengono trasferiti dalla Sezione di PG di Marsala, sebbene fino a quel momento avessero sempre ricevuto, da parte del Comandante della Compagnia, le più alte "note caratteristiche".  Sono un elemento fondamentale e determinante per lo sviluppo della carriera: dimostrano il giudizio dei superiori sull'impiego delle attività svolte, e rappresentano anche un elemento imprescindibile per la valutazione in occasione di grado. Ebbene, le note caratteristiche  annuali di Lubrano e dei suoi uomini, erano sempre eccellenti, con apprezzamento e lode (ossia il massimo possibile), nonché con numerosi encomi ed elogi da parte - tra l'altro - di Procuratori della Repubblica e Sostituti Procuratori.

Ma per loro non finisce qui. 

- 2 - CONTINUA



Native | 2024-07-16 09:00:00
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