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22/01/2024 06:00:00

Il finanziere scomodo /1:  Lubrano, carriera e fine di un bravo investigatore a Marsala 

 Il 17 Giugno 2020 l’Italia si prepara ad affrontare la sua prima estate nel caos della pandemia da Covid - 19. Sono iniziate le prime timide aperture, negli uffici pubblici è ancora caos, c’è ovunque l’obbligo di distanze e mascherine.

All’aeroporto "Vincenzo Florio" di Trapani - Birgi tornano i voli, ma succede anche altro. In particolare nell’infermeria dello scalo. Lì si tiene una singolare visita medica, che, per ragioni legate alla pandemia, non si può fare altrove. Alcuni medici visitano il sottufficiale Antonio Lubrano Lavardera. Ha 54 anni. Ha dedicato una vita al suo Corpo, la Guardia di Finanza, ed è stato, per anni, uno degli investigatori di punta della Procura di Marsala, dove ha guidato la piccola ma combattiva pattuglia del nucleo di finanzieri in servizio con compiti di polizia giudiziaria. Da più di quattro anni Lubrano non dorme più, la sua vita è radicalmente peggiorata, lo hanno messo all’angolo, e alla fine si è arreso. Il disturbo ansioso depressivo che gli viene diagnostico è l’ultimo atto della sua carriera all’interno della Finanza. Viene messo a riposo. E il territorio dice addio ad uno degli investigatori più brillanti e capaci. Come sia potuto accadere è una vicenda che merita di essere raccontata, perché spiega come le forze dell’ordine siano brave a farsi male da sé, e come invidie, rancori, gelosie impieghino gli sforzi di tanti, e di come sul nulla si possano costruire processi, provvedimenti disciplinari, e alla fine costringere un uomo alla resa.

***

Antonio Lubrano arriva nella sezione di polizia giudiziaria (sono, per intenderci, i militari distaccati presso la Procura, che quindi fanno le indagini)  della Guardia di Finanza di Marsala, nel 1995. Ne diventa responsabile nel 1998. La sua attività viene apprezzata da tutti i procuratori che si sono succeduti nel tempo. Il primo è Antonino Sciuto, che lo definisce come "uno dei giovani sottufficiali più promettenti e meritevole di particolare menzione che operano nella provincia". Qualche anno dopo, nel 2015 è Alberto Di Pisa che sottolinea la sua “alta professionalità”, “lo spirito di abnegazione e di sacrificio” in un territorio “caratterizzato da una illegalità diffuso soprattutto nel settore della Pubblica Amministrazione”. Di Pisa aggiunge anche una circostanza: “Non va trascurato il fatto che sovente, i risultati conseguiti hanno suscitato vasta eco presso gli organi di stampa e di diffusione mediatica”.

Ed è vero. Le indagini di Lubrano sono tra le più importanti messe a segno dalla Procura di Marsala. Basti pensare che fino al 1995 il drappello di finanzieri al servizio della Procura non aveva mai eseguito una misura cautelare, e poi, invece, via via, vengono affidati agli uomini del nucleo indagini sempre più delicate, che portano a diversi processi. Tra encomi ed elogi (utili anche per la progressione di carriera) Lubrano diventa, nel 2007, anche Cavaliere della Repubblica.

 

L’inizio della fine, per Lubrano, comincia nel 2009. Su delega della Procura, infatti, la Finanza svolge una delicata indagine su alcuni poliziotti del commissariato di Marsala. E’ necessaria anche un’ispezione in Commissariato. Non il massimo dell’eleganza: finanzieri che vanno a frugare tra i poliziotti. Ma bisogna pur fare. L’incidente diplomatico scatena le reazioni, soprattutto all’interno della stessa Guardia di Finanza, con i superiori di Lubrano che chiedono conto delle sue indagini, e si lamentano di non essere stati "avvisati".

Stessa cosa avviene per un’altra indagine che coinvolge anche un ex vice ministro dell’economia, coinvolto in un giro di estorsioni ai danni dei personaggi del mondo dello spettacolo, come della politica. La notizia finisce sui giornali, ed anche lì, per Lubrano ed i suoi colleghi, arrivano le lamentele dei superiori. Volevano saperlo prima. 

“Noi ci attenevamo al segreto d’ufficio - dirà Lubrano anni dopo- eppure le lamentele erano sempre le stesse: secondo i nostri superiori, avremmo dovuto avvisarli”.

Stessa cosa accade con un’altra indagine delicatissima, che riguarda dei Carabinieri di Pantelleria, accusati di alcuni episodi di violenza.

Lo scontro si accende sempre più. E Lubrano finisce pure indagato dalla stessa Guardia di Finanza, dopo una lettera anonima. Lubrano, infatti, il 16 Aprile 2012, con l’auto di servizio fa un incidente, ma non comunica il sinistro. “Volevo evitare che l’auto venisse bloccata per ragioni burocratiche e ho preferito pagare io stesso la riparazione sia del mezzo della signora con la quale ho avuto l’incidente, sia dell’auto di servizio” si giustificherà lui. Producendo anche le fatture. La Finanza, nel frattempo, indaga, sente testimoni (i dipendenti delll’officina), convoca persone al Comando, fa servizi di osservazione, neanche fosse il Watergate. Alla fine tutto viene archiviato. E il giudice sottolinea: “ Appare certamente sproporzionato, al fine di accertare una presunta evasione fiscale di poco conto, quale quella denunciata dagli esposti anonimi ed asseritamente posta in essere dal Lubrano, l’intervento di quattro finanzieri e di due autovetture della G. di F. per la semplice notifica degli inviti a comparire del personale dell’officina …” con testimoni indagati per ore.

Ma questo è solo l’inizio. 

1 - CONTINUA - 



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